Guatemala

Volcán Acatenango, missione possibile!

Volcán Acatenango, missione possibile! 1024 682 Sonia Sgarella

Eravamo seduti intorno al fuoco raccontandoci storie di viaggi e di vita quando improvvisamente BOOOOM, un’esplosione maestosa, lava incandescente, cenere e lapilli sputati fuori dal cono perfetto del vulcano che avevamo di fronte agli occhi. Per un momento mi sono sentita come seduta in poltronissima davanti alle immagini impeccabili di un documentario della National Geographic ma no, quella era la realtà: in una notte limpida di luna piena, la notte del mio compleanno, questo era il regalo che ricevevo dal Vulcan Fuego, una serie di eruzioni continue, uno spettacolo indescrivibile, da non credere ai propri occhi. 

Acatenango

Agua, Acatenango e Fuego sono i tre vulcani che incorniciano la città di Antigua, affascinanti quanto temibili anche se di questi ormai solo l’ultimo risulta ancora attivo, e non poco direi: in effetti le sue eruzioni – che continuano da secoli – sono tra le più violente e impressionanti registrate in tutta l’America Centrale. Il Volcan Fuego raggiunge un’altezza di 3763 metri e condivide lo stesso massiccio vulcanico con il Volcan Acatenango, il suo fratellone più alto (3.976 m.) ma inattivo, tanto che inizialmente gli spagnoli si riferivano ad essi come “los volcanes de Fuego” senza alcuna distinzione tra i due.

Acatenango

Vista sul Volcan de Agua

Scalare il Volcan Acatenango è ciò che vi permetterà di raggiungere una posizione ottimale per assistere agli spettacoli del Volcan Fuego che, seppur non sempre garantiti, sono talmente frequenti da darvi almeno una speranza che la vostra fatica non vada sprecata. E’ fondamentale però che guardiate le previsioni del tempo prima di lanciarvi in una missione del genere perché, seppur è vero che a quelle altezze le condizioni possono cambiare in maniera repentina e senza preavviso, partire sapendo già che sarà un disastro non è certo la decisione più saggia da prendere.

Quando dico disastro credetemi, la situazione a oltre 3.000 metri può farsi davvero complicata, se non addirittura pericolosa in caso di pioggia o di condizioni atmosferiche avverse per cui è importante affidarsi a qualcuno, un’agenzia o un contatto diretto, che vi garantisca innanzitutto sicurezza, sia in termini di professionalità delle guide sia in termini di equipaggiamento fornito. Non è un caso che vi parli di guide al plurale: per una salita così impegnativa è fondamentale, per gruppi di oltre sei persone, che le guide siano due, una ad aprire e l’altra a chiudere il gruppo, onde evitare che chi è più lento venga lasciato indietro da solo. Oltre a questo è importante che le tende siano in ottime condizioni, resistenti all’acqua e che il sacco a pelo vada bene per le temperature invernali.

Acatenango

La nostra tenda, la luna piena e il Volcan de Agua

Lo so, è sempre difficile definire di quale agenzia sia meglio fidarsi – soprattutto quando in una città come Antigua ce ne sono a decine – ma proprio per questo vi passo il mio contatto, quello di Guilmer, colui che oltre a garantirvi un servizio impeccabile, farà si che il vostro contributo finisca direttamente reinvestito in opere comunitarie nel villaggio di La Soledad, a pochi passi dal vulcano. Lo potete contattare al numero (+502)-41692292 oppure inviargli una mail all’indirizzo sologui5630@gmail.com. Il team di guide locali che lo aiutano in questo progetto è davvero eccezionale. “Non c’è fretta”, questo è il primo punto quando si ha a che fare con loro: la partenza da Antigua è fissata alle 7, due ore prima rispetto alla maggior parte degli altri operatori, per permettere a chiunque di salire con calma, prendendosi i propri tempi e gestendosi le proprie pause. In nessun caso vi faranno mai sentire in difetto per rallentare la marcia del gruppo ma anzi, cercheranno in ogni modo di esservi da supporto fino anche a liberarvi dal peso del vostro zaino per alcuni tratti.

Acatenango

Volete sapere cos’è quella melma marrone? Che domande…ovviamente frijoles!

All’interno dello zaino dovrete portare tutto l’abbigliamento necessario per il freddo, incluso cappello e guanti, la vostra razione di cibo per pranzo e colazione (che vi verrà consegnata da Guilmer), sacco a pelo, materassino e una porzione della tenda che verrà divisa tra i vari partecipanti. Sappiate che è possibile contrattare con Guilmer la presenza di un mocilero (100 Quetzales solo andata) che porti il bagaglio per voi ma è meglio che glielo diciate al momento della prenotazione perché si organizzi. Io il mio me lo sono portata da sola – una sorta di sfida contro me stessa – e, con grande fatica ma anche immensa soddisfazione sono riuscita ad arrivare alla fine senza mai, neanche una volta chiedere aiuto!:-)

Il tour di due giorni e una notte prevede una salita continua di circa 6/7 ore fino alle terrazze per l’accampamento da cui, il giorno dopo, si partirà per raggiungere la cima del vulcano con altre due ore di cammino. Scontato dire che non sia facile, probabilmente vi avranno già terrorizzato con i discorsi di quanto sia stremante la salita e di quanto freddo faccia lassù ma fatto sta che non è impossibile. Ci saranno momenti in cui davvero penserete di morire, di non potercela fare, vi verrà forse da piangere ma sappiate che è proprio in quelle situazioni che dovrete tirare fuori le palle e convincere la mente a tornare dalla vostra parte.

E’ una cosa rara poter vedere l’eruzione di un vulcano all’altezza degli occhi e questo in Guatemala si può fare. Noi eravamo lì, sul versante di un vulcano a guardare un’altro vulcano che eruttava. Sì, è vero, è faticoso e fa freddo ma ne vale veramente la pena!

Acatenango

Aspettando il sorgere del sole dietro al Volcan de Agua

Detto questo ragazzi, prima di cominciare la salita vi verrà offerto un aiuto al prezzo di soli 5 Quetzales: lo chiamano “bastone” ma credetemi è molto più di quello e sfido chiunque a contraddire questa affermazione una volta rientrati dal tour! Prendetelo e fatene tesoro, sarà il vostro compagno più fedele, quello su cui potrete contare nei momenti più difficili e che vi sosterrà – letteralmente – ogni volta che sarete a rischio caduta.

Il costo dell’escursione con Guilmer è di 300 Q. + 50 Q. per il biglietto d’ingresso all’area. Ad Antigua troverete sicuramente anche prezzi inferiori ma credetemi, Guilmer sa di cosa sta parlando quando dice Acatenango e saprà garantirvi un ottimo servizio che comprende ovviamente anche la qualità del cibo: altro che panini e noodles istantanei, qua si parla di primo, secondo e cioccolata calda fatta con il cioccolato vero!

Quetzaltrekkers: camminare per una buona causa

Quetzaltrekkers: camminare per una buona causa 1024 676 Sonia Sgarella

Ok, prima di cominciare sarà forse meglio chiarire un concetto: potete anche passare due ore a cercare di individuare la parola “Xela” su una mappa geografica del Guatemala ma è quasi sicuro che non la troverete. Xela non è nient’altro che l’abbreviazione di Quetzaltenango ed è a questo nome che dovrete fare riferimento quando ne sentirete parlare.

La prima volta che di sfuggita sentii discutere due persone riguardo a un trekking di sei giorni che partiva da Xela non avevo neanche idea di come fosse scritto il nome. Ascoltandone la pronuncia mi sembrava dicessero qualcosa come “Shella” ma mai avrei pensato che si scrivesse con la X. In quell’occasione purtroppo non trovai il tempo di approfondire l’argomento, stavo facendo un altro trekking di cinque giorni fino alle rovine di El Mirador e allora mi affidai alla sorte, sperando che alla fine avrei scoperto di cosa si trattasse.

Vi giuro che al mio ritorno dalla selva spesi due giorni cercando di capire a quale cavolo di posto si stessero riferendo ma non ne venivo a capo; ormai avevo passato in rassegna ogni singolo paese segnato sulla mappa e niente, quel posto non esisteva o forse si trattava di un paese talmente piccolo da non venire nemmeno menzionato.

Arrivò un bel giorno in cui però vidi un autobus che sul davanti recava scritto quel nome e, sentendo l’omino che urlava “Shella” per attirare i passanti, ebbi un’intuizione. Digitai la parola Xela su internet ed ecco che finalmente fu svelato il mistero: Xela = Quetzaltenango. Benedetta tecnologia!

Da lì a capire di quale trekking stessero parlando quelle due persone il passo fu breve: provate a inserire “Trekking Xela” sul motore di ricerca ed ecco che la prima pagina ad aprirsi sarà proprio quella dei Quetzaltrekkers. Ma vieeeeni! 🙂

Sulla loro pagina trovate scritto “Hike and Help” (“cammina e aiuta”). Si tratta infatti dell’unica associazione senza scopo di lucro in tutto il Guatemala che utilizza gli introiti guadagnati dai trekking per reinvestirli in progetti d’aiuto rivolti ai bambini di strada.

L’associazione nacque nel 1995 fondata da un guatemalteco e da oltre vent’anni contribuisce all’educazione di questi bambini prevenendo quindi lo sfruttamento del lavoro minorile. Oggi, insieme alle sue sorelle Quetzaltrekkers Nicaragua (con base a Leon) e Condortrekkers Bolivia (con base a Sucre), costituisce l’unica realtà di questo tipo completamente gestita da volontari.

Ho trovato che in Guatemala la parola “volontario” viene spesso abusata: volontario è chi per non pagarsi il soggiorno dà una mano lavorando negli ostelli oppure volontario è chi per non annoiarsi o sentirsi utile passa il suo tempo lavorando nei bar o nei ristoranti delle località turistiche. Nel caso dei Quetzaltrekkers la parola volontario torna ad acquisire il proprio significato originale trattandosi di persone – le guide dei trekking – che dedicano il loro tempo – e credetemi si fanno un gran culo – per apportare un beneficio alla comunità locale. Gli altri li definirei più che altro “fancazzisti”.

Con Quetzaltrekkers potete scegliere escursioni in giornata ma anche tour di due, tre e fino a sei giorni, il tutto per prezzi decisamente ragionevoli. Io – forse non avevate dubbi – ho scelto quello più lungo: non c’è come allontanarsi per più giorni dalle grandi città per scoprire davvero di che pasta sia fatto un paese, come vive la gente delle comunità rurali, lontano da ogni mezzo di comunicazione, immersi nella natura più selvaggia e incontaminata.

Quetzaltrekkers

Scuola all’aperto @ Chuatuj – giorno 3

Quetzaltrekkers

Nei pressi di Chortis – giorno 3

Quetzaltrekkers

Chiesa in mezzo al nulla nei pressi di Chortis – giorno 3

Quetzaltrekkers

Villaggio senza nome – giorno 4

Quetzaltrekkers

Don Jeronimo vestito con gli abiti tradizionali di Todos Santos

Il trekking vero e proprio prevede solo quattro giorni di cammino e due di trasferimento da Xela a Nebaj e da Todos Santos a Xela, entrambi paesi vivaci e ricchi di tradizioni (soprattutto Todos Santos). Non si tratta propriamente di una passeggiata ma di uno sforzo che ne varrà decisamente la pena: ogni fatica vi sarà ricompensata ampiamente e ogni giorno vi regalerà una grande esperienza da portarvi nel cuore.

Quetzaltrekkers

Un magico tramonto visto dal pueblo di Paujil País – Giorno 3

Quello che vi aspetta saranno notti a dormire per terra imbacuccati nel sacco a pelo per proteggervi dal freddo, sveglie alle 3 di notte e salite stremanti, fatica, tanta fatica ma anche e soprattutto splendidi paesaggi completamente diversi luno dall’altro, albe da urlo, pranzi al sacco immersi nella natura, cene in famiglia e temascal, insomma, tutto quello di buono e di meno buono che trasformerà la vostra esperienza in qualcosa di indimenticabile.

Quetzaltrekkers

Sopra le nuvole sull’altipiano – giorno 3

Quetzaltrekkers

Attraverso la foresta di ginepri – giorno 3

Quetzaltrekkers

Río Pericón – giorno 4

Quetzaltrekkers

Cerro La Torre @ 3.837 metri – giorno 5

Quetzaltrekkers

Pausa pranzo con vista – giorno 5

Non starò qui a raccontarvi di ciò che incontrerete lungo il percorso, dalle foto già ve ne potete fare una bella idea ma lasciate che vi dia un consiglio: non perdete troppo tempo a riflettere sul se, ma, forse questa cosa non fa per me. Nessuno di noi era particolarmente allenato, fatelo e basta. Prenotate il trekking e obbligatevi a partire: una volta in cammino non potrete fare altro che andare avanti ed è l’unico modo che avete per costringere sia il vostro corpo che la vostra mente a superare i propri limiti. Ne uscirete immensamente soddisfatti!

Tenete conto di dovervi portare uno zaino grande con tutto il necessario per dormire, ovvero sacco a pelo e materassino, più una scorta di cibo che copra pranzi e colazioni (che vi verrà fornita direttamente da Quetzaltrekkers e divisa tra tutti i partecipanti). Preparate l’equipaggiamento per il freddo perché le temperature di notte scendono fino a toccare quasi lo zero e perché durante il trekking raggiungerete i circa 3.900 metri d’altezza. Se avete con voi un sacco a pelo caldo e un materassino gonfiabile tanto meglio, altrimenti potrete prendere in prestito l’attrezzatura dall’associazione.

Tutti i dettagli riguardo ai trekking li trovate alla pagina www.quetzaltrekkers.com, incluso come fare a diventare una guida volontaria nel caso vi interessasse. “Hike and Help”: io l’ho fatto. A voi la scelta!

Quetzaltrekkers

Antigua Guatemala: piccola guida per cominciare

Antigua Guatemala: piccola guida per cominciare 1080 722 Sonia Sgarella

Antigua Guatemala, che fu l’antica capitale del paese, è considerata una delle città più belle di tutto il Centro America. Come dare torto a questa affermazione? A mio parere Antigua non solo è una tra le tante ma la migliore in assoluto, una città di rara bellezza perfettamente conservata, un concentrato di affascinanti edifici storici e religiosi che né i secoli, né i più grandi terremoti sono riusciti a distruggere completamente.

Antigua

Iglesia del Carmen e Volcan Agua sullo sfondo

Antigua non venne mai abbandonata del tutto e nonostante nel XVIII secolo la capitale venne trasferita in una zona più stabile e sicura, nell’odierna Città del Guatemala, fu proprio grazie alla tenacia dei suoi abitanti e all’orgoglio che provano per essa che la città riemerse più splendida di prima, oggi famosa in tutto il mondo per le sue facciate color pastello, per le strade ciottolate e per quell’atmosfera vibrante che la rende una città estremamente piacevole da vivere.

Antigua

Arco di Santa Catilina

Non c’è quindi da stupirsi che in tanti stranieri l’abbiano scelta come loro nuova casa, per lavoro o per studio, contribuendo a regalarle quel tocco di internazionalità che non stona ma anzi, si amalgama perfettamente con lo spirito autentico guatemalteco che la contraddistingue. Antigua è viva ma soprattutto Antigua è un luogo sicuro e non potrà che costituire un’ottima base per iniziare la vostra esperienza in questo magnifico paese che è il Guatemala.

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Come arrivare

Direttamente dall’aeroporto di Città del Guatemala, niente di più facile per chi è appena atterrato e non ha nessuna intenzione di ritrovarsi catapultato in una metropoli centroamericana. “Antigua Antigua!” – lo sentirete urlare non appena varcata la soglia del ritiro bagagli ed è lì che potrete sentirvi finalmente ed ufficialmente sbarcati nel paese. Rivolgetevi all’omino che cerca di attirare la vostra attenzione pronunciando quel nome e quindi, senza esitazione, acquistate il biglietto. Dall’aeroporto di Città del Guatemala, con il servizio di shuttle che avete appena contrattato – servizio garantito dall’INGUAT (Instituto Guatemalteco de Turismo) – in circa un’ora di tempo arriverete ad Antigua, direttamente davanti alla porta del vostro ostello. I pulmini normalmente partono con quattro o più persone a bordo, mettete quindi in conto la possibilità di dover aspettare un pochino. In alternativa, se preferite ovviare all’eventuale attesa (che difficilmente sarà per più di mezz’ora) o semplicemente preferite viaggiare più comodi, potete prendere un taxi ma è ovvio che questo avrà un costo più alto: 30$ o 250 Quetzales. E’ possibile anche organizzare questo tipo di servizio direttamente tramite la struttura in cui alloggerete.

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Dove alloggiare

Come vi raccontavo nell’articolo Viaggio in Guatemala:il mio itinerario, info e contatti, per un primo approccio con il paese non avrei potuto sperare in una sistemazione migliore del Somos Hostal, il top del top in questa categoria. La posizione è ottima, io credo in una delle strade più pittoresche della città ma soprattutto vicino ad ottimi ristoranti e locali dove passare le vostre serate. L’atmosfera nell’ostello è rilassata, l’accoglienza fantastica, i livelli di pulizia quasi maniacali, i materassi comodissimi ed ogni letto ha la sua luce, una presa per la corrente e una tendina per garantirvi quel minimo di privacy che a furia di viaggiare per ostelli a volte comincia a mancare.

Antigua - Somos Hostal

Somos Hostal

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Muovere i primi passi

Che cosa sono le prime cose che fate quando atterrate in un nuovo paese? Io personalmente cambio i soldi e acquisto una scheda telefonica locale. Partire da casa con i Dollari Statunitensi nel caso del Guatemala è la cosa più saggia da fare essendo che l’Euro viene spesso cambiato a tassi ridicoli. Per entrambe le valute comunque potete rivolgervi al Banco Agromercantil (BAM) situato sotto i portici del Parque Central dal lato della 4a calle. I bancomat sono abbastanza diffusi e li troverete spesso collocati all’interno dei supermercati. Il massimo prelevabile corrisponde di solito a 2.000 Quetzales (all’incirca 250 Euro) ai quali verrà aggiunta una piccola commissione che varia a seconda dell’operatore.

Sempre sulla 4a calle Oriente troverete i rivenditori ufficiali di schede telefoniche MOVISTAR e TIGO. TIGO è decisamente la migliore per quanto riguarda la copertura in tutto il paese per cui fossi in voi opterei per quella e con l’equivalente di neanche 15 Euro sareste a posto per almeno un mese, internet compreso.

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Cosa vedere

Non starò qui ad elencarvi tutti i monumenti da vedere ad Antigua: per questo prendete in mano una guida di viaggio o fate un salto su Tripadvisor. Il consiglio che mi sento di darvi per essere sicuri di non perdervi niente è quello di dedicare almeno un’intera giornata alle cosiddette “Calles” e quindi altrettanto tempo  alle sorelle “Avendidas”. Che cosa c’è di più facile che orientarsi in una città fatta a scacchiera dove la disposizione delle strade segue l’andamento dei punti cardinali e ognuna di esse è numerata in sequenza rispetto alle altre? Orientarsi ad Antigua è un gioco da ragazzi: tutto parte dal Parque Central che è considerato il punto zero della città; da lì, individuata la direzione Nord il resto verrà da sé.

Antigua

Antigua vista dal Cerro de la Cruz

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Dove mangiare, bere, fare uno spuntino, insomma, di tutto un po’…

Non so voi ma io adoro le zuppe e per questo come prima opzione tra i migliori ristoranti di Antigua vi suggerisco la Casa de las Sopas, al numero 5 della 7a Avenida Norte. Gli ingredienti sono freschi e di stagione, il ristorante accogliente e i prezzi nella media cittadina.

Perfetto per chi ama la cucina salutista e vegetariana il ristorante Samsara, all’incrocio tra la 7a Avenida Sur e la 6a Calle Poniente è un piccolo angolo di Oriente in Guatemala. I prezzi non sono proprio tra i più bassi ma vanno di pari passo con le porzioni decisamente abbondanti per cui che dire…saranno sicuramente soldi ben spesi! Qui ci potete venire anche solo per un drink e scegliere tra uno dei tanti intrugli di frutta e verdura stile new age.

Ancora improntato sulla cucina orientale che va da quella israeliana a quella indonesiana è il ristorante Toko Baru, al n.17 della 1a Avenida Sur, a pochi passi dal Somos Hostal. I prezzi sono forse tra i più ragionevoli di tutta la città soprattutto se rapportati alle porzioni super abbondanti.

Non avete ancora provato la pupusas? Il piatto è tipico di El Salvador ma si trova diffuso in tutta l’America Centrale. Si tratta fondamentalmente di tortillas di mais ripiene di formaggio e altri ingredienti a scelta, cotte sulla piastra e alle quali si aggiunge una salsina di pomodoro e dell’insalata di cavolo e carote. Spesso le si trova come cibo di strada ma ad Antigua potete provarle all’Antojitos Salvadoreños, un piccolo locale situato lungo la 4a Calle Oriente poco dopo aver incrociato la 1a Avenida Sur, allontanandovi quindi dal centro. Las pupusas costituiscono un ottimo aperitivo ma basterebbe aumentarne la quantità perché vi ritroviate con lo stomaco pieno e soddisfatto.

Lo so, non vi ho ancora parlato di cucina prettamente guatemalteca ma ecco che ci arrivo e vi consiglio il ristorante Rincon Tipico dove troverete un po’ di tutto, ovviamente carne compresa. Il locale si trova al n.3 della 3a Avenida Sur.

Se quello che cercate però è soltanto un’ hamburguesa da mangiare in piedi allora fate un salto all’entrata del supermercato La Bodegona, al n.32 della 5a Calle Poniente, decisamente il migliore che ho mangiato in due mesi di viaggio e a prezzi stracciati.

Per quel che riguarda la colazione o semplicemente un buon caffè da non perdere è il Fat Cat. Provate il pane tostato con crema di formaggio e la marmellata fatta in casa, a mio parere uno spettacolo tanto che ho fatto colazione lì quasi tutte le mattine.

Un altro locale molto carino dove potrete sbilanciarvi in colazioni da campione è il  Y tu Piña Tambien al n. 10B dell 1a Avenida Sur. Gli stessi proprietari gestiscono anche il Cafè No Sé, dall’altro lato della strada, un punto fermo per chi è amante della musica dal vivo.

Ma detto questo, terrazze con vista sui vulcani per una birra al tramonto ne abbiamo? Cafè Bella Vista e Cafè Sky sono due opzioni. Li trovate rispettivamente al n. 1 della 6a Avenida Norte e al n.15 della 1a Avenida Sur.

Se poi è solo per uno spuntino o per qualcosa da portarvi dietro durante le escursioni non tralasciate la panetteria accanto al Somos Hostal: i panzerotti ripieni sono giusto quello che ci vuole!

Antigua comunque dicono che sia la città con maggiore concentrazione di bar e ristoranti di tutto il Centro America per cui che decidiate di seguire i miei consigli oppure no, è sicuro che non morirete né di fame né di sete ma anzi potrete passare le giornate intere entrando e uscendo da posticini davvero fantastici quasi ad Antigua fossero tutti dei rinomati arredatori d’interni!

Spedizione El Mirador: verso la culla della civiltà Maya

Spedizione El Mirador: verso la culla della civiltà Maya 1024 682 Sonia Sgarella

Credevano che fossero dei vulcani estinti da secoli e invece scoprirono che si trattava di piramidi immense, delle più grandi mai incontrate in tutta l’America Centrale. Come vi sembra come premessa, niente male vero?

A 120 chilometri dall’isola di Flores, in direzione nord verso il confine col Messico, che se ci fosse una strada asfaltata allora questa frase avrebbe più senso ma siccome non c’è la ricomincio.

A due ore e mezza di strada sterrata da Flores (quattro se in pullman) e a due giorni di cammino dal villaggio di Carmelita che di questa strada ne segna la fine, nell’angolo più remoto del distretto El Petén, ai confini con il Messico, sorgono le piramidi Maya più imponenti della storia, immerse nella natura vergine e incontaminata.

El Mirador

Vista dalla cima della piramide La Danta

Avete presente quando ci si sente un po’ come l’Indiana Jones di turno? Ecco, quelli eravamo noi: io, due cileni padre e figlio, una giovane guatemalteca che se avesse incontrato il suo professore – il quale le aveva suggerito di andarci per motivi di studio – probabilmente l’avrebbe ucciso, la nostra guida Eduardo, una persona eccezionale e la cavalleria, composta da Emma, la strabiliante cocinera ed Hector, l’aiutante tutto fare.

El Mirador

Eduardo, Emma e le tostadas più buone della mia vita!

Pensate ad una selva infinita che si estende a perdita d’occhio, immaginate di ritrovarvi di notte, sotto un tappeto di stelle, seduti sulla cima di una piramide colossale ed assistere, mano a mano che schiarisce, al risveglio della natura, con gli uccelli che cinguettano e le scimmie urlatrici che da ogni angolo emettono il loro verso, si parlano, comunicano tra di loro come se fossero voci provenienti dall’inferno.

Siamo nel bel mezzo della Cuenca del Mirador, una zona geografica di 2.169 km2 delimitata naturalmente da un sistema di montagne carsiche, a est, a sud e a ovest, mentre a nord dal confine con lo stato messicano di Campeche. All’interno dell’area alla quale ci si riferisce con l’appellativo di Regno Kan, che fu il primo stato politico organizzato del continente, esistono vari siti archeologici tra i quali quello conosciuto con il nome di El Mirador.

I primi rapporti formali del sito vennero pubblicati intorno agli anni Trenta del Novecento, quando una missione aerea dell’istituto Carnegie di Washington, avvistate delle formazioni collinari emergere dalla selva, definì che si dovesse trattare non di vulcani come si pensava in principio, ma di immense piramidi Maya. Nel 1962 venne realizzata una mappa dell’area e si misero in atto i primi scavi ma fu solo negli anni Ottanta che con il Progetto Archeologico Mirador si diede avvio a ricerche intensive, arrivando a stabilire che si trattava degli edifici più antichi mai incontrati in tutta l’America Centrale. Oggi gli scavi proseguono sotto la direzione dell’archeologo Richard Hansen che ormai da alcuni decenni dedica la sua vita a questo progetto, sognando quel futuro in cui il sito tornerà completamente alla luce, si permetterà un accesso più facile e sarà quindi fruibile da tutta l’umanità.

El Mirador, così denominato dai primi chicleros – gli estrattori di gomma che lavoravano in questa zona e che dall’alto di quelle piramidi osservavano la selva in cerca degli alberi giusti – si estende per poco più di 25 km2 e comprende vari complessi strutturali, la maggior parte dei quali costruiti sotto forma di piramidi triadiche, ovvero con tre cime poggianti su delle enormi piattaforme.

El Mirador

Un albero della gomma con i segni dei tagli per estrarne il liquido

La magnitudine di El Mirador è impressionante soprattutto se coscienti del fatto che quello già riportato alla luce non è altro che il 10% del totale presente. Il resto rimane ancora sepolto sotto i rami e le foglie di una fitta foresta vergine, quella della Biosfera Maya, la seconda riserva tropicale più grande d’America dopo quella Amazzonica.

El Mirador

Una piccola porzione degli scavi presso il complesso La Danta

Si parla di spedizione quando ci si riferisce a questo percorso che a seconda della stagione può risultare particolarmente difficoltoso: il caldo insopportabile, gli insetti fastidiosi, il fango fino alle ginocchia, sono tutti elementi che dovrebbero portarvi a prediligere la stagione secca per affrontare questo cammino. Da gennaio a marzo le condizioni del suolo sono più agevoli, le temperature ancora relativamente fresche e non vi è ombra di zanzare.

All’interno del parco non esistono strutture turistiche definibili tali: si dorme in tenda e ci si lava con l’acqua piovana. Avventurarsi da soli sarebbe da fuori di testa: il rischio di perdersi è altissimo e il carico da portare risulterebbe insostenibile.

El Mirador

La camera

El Mirador

La cucina

El Mirador

Il bagno fuori

El Mirador

Il bagno dentro 🙂

Detto ciò, la migliore agenzia per organizzare questa avventura è senza dubbio la Dinastia Kan di Antonio Centeno. Antonio e tutto il suo staff composto da guide certificate originarie del villaggio di Carmelita vi faranno vivere un’esperienza unica. Eduardo è stato la nostra e non potrei consigliarvene una migliore: appassionato all’inverosimile del suo lavoro e della cultura Maya, durante i mesi di scavo collabora con il progetto di Richard Hansen in qualità di restauratore. Una persona educata, onesta nel trasmettere i dati della storia, instancabile e sempre pronto ad assicurarsi che stiate bene. Due parole di elogio anche nei confronti della nostra cuoca, Emma, che ogni giorno ci ha deliziato con un menù sempre diverso e squisito, cosa che vi assicuro non riceverete prenotando con tante altre agenzie.

La spedizione a piedi parte da Carmelita e si addentra immediatamente nella selva più densa. Prima di raccontarvi però giorno per giorno che cosa vedrete, mi soffermo un attimo sul cosa è necessario portare, ovviamente facendo riferimento alla stagione secca che è quella in cui sono stata io:

scarpe comode impermeabili (io uso sempre le Salomon in goretex)

– pantaloni lunghi comodi (quelli corti sono sconsigliati per via dei rami bassi con cui potreste graffiarvi e anche per la questione insetti)

– maglietta a maniche corte

uno zaino da massimo 35 litri che verrà caricato sulle mule e che quindi troverete solo una volta raggiunti gli accampamenti. Al suo interno sistemate due o tre magliette di cambio e un paio di pantaloni da utilizzare solo in fase di riposo , il necessario per la notte compreso un piccolo sacco a pelo o una coperta leggera, un asciugamano, un paio di ciabatte per la doccia, prodotti da bagno, salviettine umide, carta igienica e una scorta di snack che vi bastino per tutto il percorso.

uno zainetto leggero da portare sempre con voi durante le camminate in cui inserire apparecchiatura fotografica, protezione solare (anche se camminerete per lo più all’ombra degli alberi), repellente per le zanzare (durante la stagione secca quasi non ce ne sono ma non si sa mai), carta igienica, gel detergente, acqua (una borraccia da almeno un litro), snack per la giornata, impermeabile, una felpa leggera per il mattino, una torcia, piccola farmacia.

Ciò che viene invece fornito dall’agenzia consiste in: tenda, materasso, lenzuola, acqua con cui ogni giorno potrete riempire la vostra borraccia/bottiglia, cibo in abbondanza e bevande calde.

La spedizione di cui vi parlo è un tour di 5 giorni e 4 notti con andata e ritorno seguendo lo stesso percorso ma è anche possibile allungarlo a 6 giorni e 5 notti. Il secondo itinerario prevedete tuttavia una giornata con 36 km di cammino per cui è richiesto un bello sforzo fisico.

Leggi anche Viaggio in Guatemala: il mio itinerario, info e contatti

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Giorno 1: da Carmelita e El Tintal (18 km)

Come vi dicevo ci si addentra immediatamente nella selva. Carmelita nacque come insediamento per gli estrattori di gomma che arrivavano principalmente dal Messico e che da questo lavoro traevano il loro sostentamento. Si parte dal villaggio intorno alle 9 dopo una ricca colazione. Il trasferimento da Flores nel nostro caso è avvenuto in macchina partendo alle 5 del mattino. Le opzioni di sentiero sono due: quello principale, più ampio ma che viene percorso dalle mule e risulta quindi sconnesso e fangoso e quello secondario, attraverso la foresta più densa, creato a colpi di macete dalle guide che lo hanno seguito per anni. Il tutto si svolge in pianura con solo qualche collina da superare e andando di buon passo si arriva all’accampamento di La Florida intorno a mezzogiorno, giusto in tempo per il pranzo. Si prosegue poi fino a El Tintal dove l’arrivo è previsto intorno alle 16. Lungo il percorso è facile riconoscere le montagnole sotto le quali si celano delle piccole piramidi Maya purtroppo oggetto di saccheggio a partire dagli anni Settanta. Passato il “campo de pelota” più grande rinvenuto finora in tutta la zona ecco che si giunge finalmente all’accampamento. Il “gioco della palla”era uno sport molto diffuso in tutte le culture precolombiane praticato molto probabilmente anche con scopi rituali oltre che politici. Dalla struttura più imponente del sito di El Tintal, la piramide Eneken, è possibile ammirare il primo tramonto sulla selva e avvistare da lontano la piramide più alta di El Mirador, la mitica Danta.

El Mirador

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Giorno 2: da El Tintal a El Mirador passando per La Muerta (23 km)

Si parte intorno alle 7 per fare arrivo circa alle 14.30/15. Il percorso è più lungo ma più agevole svolgendosi per la maggior parte lungo la cosiddetta calzada, una sorta di autostrada dritta e rialzata che collegava i siti più importanti della zona. Sacbé, così la chiamavano i Maya in riferimento al colore bianco “sac” dello stucco di calce che veniva utilizzato per ricoprirla. La calce era l’elemento impiegato per la costruzione di tutte le strutture e molto probabilmente fu proprio il disboscamento effettuato per la sua produzione – la roccia calcarea presente nella zona doveva essere cotta a temperature elevate per trasformarsi in calce e per questo veniva utilizzata la legna fresca – a rendere il terreno più arido, più difficile la coltivazione e quindi a causare l’abbandono dell’area a partire dal 150 d.C.

Lungo il percorso, a circa un’ora di cammino da El Mirador, si incontra il sito archeologico conosciuto con il nome di La Muerta dove sono state riportate alla luce due strutture importanti, molto probabilmente delle tombe, e, poco più in là, un petroglifo recante il simbolo della Dinastia Kan, la “dinastia del serpente” che si suppone abbia governato la zona per secoli. Il nome La Muerta deriva da una tragedia contemporanea, ovvero la morte di una donna appartenente alla comunità di chicleros che lavorava lì nei dintorni e che proprio nei pressi di questo sito aveva creato il proprio accampamento.

El Mirador

La natura che si è impossessata del complesso La Muerta

Il tramonto questa volta è possibile ammirarlo da El Tigre, una piramide triadica con un’altezza massima di 55 metri. Si ritiene che il modello triadico, tipico del periodo Preclassico tardivo, voglia rappresentare le tre pietre del fuoco cosmico della creazione che trovano il loro corrispettivo in cielo come le tre stelle della costellazione di Orione. La piramide di El Tigre ha una base di 140 m2, ancora totalmente da scavare, che, secondo gli studi, potrebbe contenere la maggior parte degli edifici presenti nel sito di Tikal.

El Mirador

Ecco come appare La Danta vista dalla cima della piramide El Tigre

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Giorno 3: esplorazione del sito El Mirador

Sveglia prima dell’alba per raggiungere la cima più alta del complesso piramidale La Danta, il più grande mai costruito dai Maya, nonché uno dei più imponenti del mondo in termini di volume. Dopo un periodo di tempo di circa 500 anni di abbandono dell’area, i Maya fecero ritorno e continuarono la costruzione di questo complesso fondato nel Preclassico, utilizzando  le stesse pietre che erano state lasciate nell’epoca anteriore. Dall’alto dei suoi 72 metri potrete ammirare il cielo stellato, aspettare il sole che sorga ed assistere all’incredibile risveglio della selva. Quella mattina eravamo gli unici in tutto il sito.

El Mirador

Purtroppo niente sole ma il risveglio della selva è stato qualcosa di surreale

Dopo la colazione si prosegue con la visita dell’Acropoli Centrale dove sono stati rinvenuti dei fregi meravigliosi che raccontano le storie del Popol-Vuhil libro sacro della cultura Maya, in particolare il mito che riguarda le divinità gemelle Hunahpú e Ixbalanqué, gli stessi che dopo aver fatto visita nel regno di Xibalbá, il dio della morte e aver affrontato mille peripezie, si trasformarono il primo nel Sole e il secondo nella Luna.

El Mirador

Nel fregio in basso si vedono i due gemelli Hunahpú e Ixbalanqué

Terminate le visite che ovviamente non possono tralasciare il tempio Garra de Jaguar, adornato con mascheroni rappresentanti due enormi teste di giaguaro, il pomeriggio sarà di riposo e a voi la scelta sul dove andare a godervi il tramonto.

El Mirador

Uno tramonto perfetto visto dalla Danta

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Giorno 4 e 5: ritorno a Flores

Di nuovo si dorme a El Tintal  e quindi l’ultimo giorno ci si sveglia prima dell’alba per approfittare della frescura mattutina e fare rientro a Carmelita. Dopo pranzo trasferimento a Flores.

Nel caso del tour di 6 giorni e 5 notti le tappe prevedono 14 km fino a Nakbe, un sito ancora più antico di El Mirador ma meno imponente, 36 km fino a La Florida e quindi da lì 9 km per Carmelita.

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Riferimenti:

Antonio Centeno: tono.centeno@gmail.com (+502)-50176311/59254135. Visitate il suo sito internet all’indirizzo www.expedicionelmirador.com oppure collegatevi a Facebook alla pagina Dinastia Kan “El Mirador”

– Se volete saperne di più riguardo al Progetto El Mirador presieduto da Richard Hansen guardate questo video.

– Se interessati ad una traduzione del Popol Vuh in italiano la potete acquistare qui.

Viaggio in Guatemala: il mio itinerario, info e contatti

Viaggio in Guatemala: il mio itinerario, info e contatti 1080 722 Sonia Sgarella

Volete sapere se il Guatemala mi è piaciuto?

Ebbene sì, tantissimo!…e la risposta sta nel fatto che il paese mi ha stupito per la quantità e varietà di attrazioni che ha da offrire. Prima di partire non avevo la più pallida idea di che cosa avrei incontrato, volutamente non ho fatto grandi ricerche sul cosa fare e cosa vedere, sul dove fosse meglio andare e perché. Ho preferito – come faccio ormai sempre quando si tratta dei miei viaggi e non del mio lavoro – lasciare che le cose si presentassero strada facendo. Ho avuto un mese esatto a disposizione e in questo mese mi sono lasciata trasportare dagli eventi, parlare con le persone è stato fondamentale per scoprire luoghi i cui nomi sulle guide di viaggio vengono a mala pena accennati.

Ebbene già di per sé il fatto di aver scovato (e di essermi letteralmente sudata!) dei posti che alla maggior parte dei turisti (ma anche dei viaggiatori) rimangono totalmente sconosciuti ha reso questa esperienza incredibilmente autentica. Camminare è stata la parola d’ordine per metà del mio soggiorno – El Mirador, Nebaj-Todos Santos, Volcan Acatenango e Volcan Pacaya alcuni dei posti visitati.

L’altra metà del tempo, che potrebbe costituire un’idea di itinerario per chi non avesse voglia di scarpinare, l’ho passata ad esplorare i luoghi più noti: Tikal, il Rio Dulce fino a Livinston, Semuc Champey, il Lago Atitlan…

Questo articolo vuole essere una sorta di elenco dei migliori contatti che posso suggerirvi, agenzie con cui ho organizzato i trekking per esempio, ma anche indirizzi degli ostelli in cui mi sono trovata bene; non solo, qui troverete notizie sui trasporti e qualche dritta fondamentale che ha reso il mio viaggio decisamente più scorrevole.

Ma un’altra cosa ci tenevo a dire prima di iniziare: non credete a chi vi dice che il Guatemala sia un paese pericoloso perché probabilmente da quelle parti non c’è mai stato. In tutti questi anni di viaggi, qui ho incontrato forse tra le persone più cortesi di questo mondo e mai, neanche per un momento mi sono sentita in pericolo o a disagio, pur viaggiando da sola. Siate voi per primi dei viaggiatori rispettosi e responsabili ed è certo che vivrete la mia stessa magnifica esperienza senza intoppi. Certo è che parlare lo spagnolo aiuta molto per cui, se non fosse il vostro caso, mettetevi sotto ad impararlo.

Una premessa forse scontata ma pur fondamentale è che ovunque in Centro America il Dollaro Statunitense vale spesso più dell’ Euro – nonostante almeno per ora il mercato ci passi un dato differente – e che in molti casi, se si tratta di ostelli o tour, i pagamenti possono essere effettuati direttamente in tale valuta. E’ consigliabile quindi partire già dall’Italia provvisti di questa moneta e prelevare o cambiare in loco il necessario nella valuta locale (Quetzales). I bancomat ormai si trovano quasi ovunque – almeno nelle cittadine principali – per cui per quanto riguarda l’aspetto monetario non dovreste incontrare grossi problemi. Il massimo prelevabile normalmente è di 2.000 Quetzales, il corrispondente di circa 250 Euro (cambio a gennaio 2017). Informatevi comunque sempre prima di partire se nella prossima destinazione sono presenti degli sportelli bancomat – spesso si trovano all’interno dei mini market – o in alternativa se è possibile cambiare il contante.

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Antigua e dintorni

Il fatto che prima di Antigua non ci sia una sezione dedicata a Città del Guatemala è perché non ci ho passato neanche mezza giornata. Le notizie a riguardo non erano delle migliori e l’idea di ritrovarmi catapultata in una metropoli del Centro America onestamente non mi allettava. La sua vicinanza ad Antigua (38 km) ha fatto si che io prediligessi la seconda come piacevole rifugio per un primo incontro con il paese. Atterrando a Città del Guatemala esiste un servizio di shuttle che al costo di 80 Quetzales o 12$ – arrivando di sera è probabile che ve lo vendano anche a 10 – vi porta direttamente in ostello ad Antigua. La percorrenza è di circa un’ora e il servizio normalmente parte con quattro o più persone (mettete quindi in conto la possibilità di dover aspettare un pochino). In alternativa potreste prendere un taxi ma questo ovviamente avrebbe un costo più alto: 30$ o 250 Quetzales.

Antigua

Antigua – Arco de Santa Catilina e sullo sfondo il Volcán de Agua

Ad Antigua penso di aver trovato la mia dimensione perfetta di ostello. Abituata a viaggiare in Asia dove spesso con soli 3 euro ti puoi permettere una stanza con bagno privato, l’idea dell’ostello per due mesi  – dopo il Guatemala sono stata in Nicaragua – devo ammettere che un po’ mi angosciava: non avere i tuoi spazi e momenti di privacy, gente che russa, quelli che non sentono la sveglia al mattino e la lasciano suonare per ore, luci che tu vuoi andare a dormire e mo’ chi cazzo le spegne, bagni occupati quando ti servono e indubbi livelli di igiene. Figuriamoci, reduce da otto anni di India sapevo che mi sarei adattata a tutto e che alla fine mi sarebbe pure piaciuto ma potendo scegliere perché non optare per una soluzione che, ok la condivisione, ma anche un pochino di privacy te la da? Il Somos Hostal è il migliore che ho incontrato in assoluto: ogni letto con la sua tendina, la sua luce e una presa della corrente, livelli di pulizia che neanche in un hotel a cinque stelle e personale tra i più accoglienti. La posizione è ottima, l’atmosfera rilassata, il prezzo ragionevolissimo e i materassi super comodi, insomma il top del top per questa categoria di sistemazione. Penso sia importante trovare il posto giusto per l’inizio di un’avventura in un paese mai visitato prima. Soprattutto se si viaggia da soli questo è certo che contribuirà nel formare la vostra prima impressione di un luogo. Nel mio caso è stata molto positiva, specchio di come sarebbe poi proseguito il resto della vacanza.

Antigua - Somos Hostal

Antigua – Somos Hostal

Viaggiando per lungo tempo – ma onestamente lo farei anche se fosse solo per due settimane – preferisco sempre avere con me una scheda telefonica locale. Prenotare gli ostelli in anticipo o contattare le agenzie che offrono i tour magari per una partenza last minute è una cosa che vi farà risparmiare un sacco di tempo. Ormai, pressoché ovunque, è finita l’era in cui si arrivava in un posto e si cercava da dormire passando in rassegna tutte le sistemazioni del paese; lo si può fare ancora certo ma tenete conto che dall’altra parte c’è un’enorme quantità di gente che si muove in anticipo, prenotando online o per telefono, e che così facendo riesce spesso ad accaparrarsi i posti migliori, soprattutto se alta stagione. Una scheda telefonica con internet incorporato a me permette sempre di utilizzare i momenti morti per organizzare i passi successivi senza dover aspettare di avere una connessione wifi. La rete più efficiente che funziona in tutto il Guatemala è TIGO e ad Antigua, sulla 4a Calle Oriente, troverete il rivenditore ufficiale. Con l’equivalente di neanche 15 Euro sarete a posto per tutto il mese.

Per quel che riguarda i suggerimenti circa quello che c’è da vedere, i posti dove mangiare o intrattenervi durante le serate leggete l’articolo Antigua Guatemala: piccola guida per cominciare mentre qui vi parlo di quello che è possibile fare nei dintorni di Antigua e come arrivarci.

Tra i vulcani che la circondano sicuramente il Volcán Pacaya è il più accessibile e per questa uscita vi basterà una mezza giornata. L’escursione può essere facilmente organizzata tramite l’ostello dove alloggiate o qualsiasi agenzia, con partenze previste alle 6 di mattina o alle 2 del pomeriggio. Il costo che io ho pagato è di 80 Q. per il trasferimento – ti passano a prendere direttamente in ostello – e 50 Q. per l’ingresso al parco. La visita è guidata e prevede un’ascesa di circa un paio d’ore. Arrivati in cima alle colate laviche solidificate è lì che la guida sfodererà finalmente il pacchetto di marshmellow che potrete arrostire con il calore delle fumarole. Se non ve la sentite di affrontare la salita vi sono a disposizione i cavalli per 100 Q. solo andata. In caso di escursione pomeridiana non dimenticatevi di portare una torcia per il rientro.

Volcán Pacaya

Vista panoramica dal Volcán Pacaya

Più impegnativa è sicuramente l’escursione al Volcán Acatenango per la quale vi serviranno due giorni (il rientro il secondo giorno è previsto intorno all’ora di pranzo) e una notte. Chiunque incontrerete è facile che vi intimorirà con i racconti dell’immane fatica fatta per raggiungerne la cima e del freddo tremendo che si patisce lassù durante la notte in tenda ma è sicuro che sempre quel qualcuno vi convincerà ad accettare la sfida garantendovi che ne sia valsa totalmente la pena e che – questo per i più fortunati – le eruzioni notturne del Volcan Fuego sono qualcosa di davvero spettacolare. Presto in un altro articolo vi racconterò nel dettaglio quella che è stata la mia esperienza sull’Acatenango, qui vi lascio invece i riferimenti della persona che dovreste assolutamente contattare qualora decideste di lanciarvi nell’impresa. Lui si chiama Guilmer ed insieme ad altre guide residenti nel villaggio di La Soledad, a pochi passi dal vulcano, farà sì che il vostro contributo finisca direttamente reinvestito in opere comunitarie. Sicurezza per Guilmer è la parola fondamentale quando si tratta di un’escursione del genere e state pur certi che non vi pentirete di aver pagato quel poco in più rispetto ai prezzi che troverete esposti in tante agenzie di Antigua. Dall’altra parte trovo che non ci sia nessun bisogno di pagare le cifre esorbitanti che chiedono le agenzie suggerite da Lonely Planet & co. Contattate Guilmer al numero (+502)-41692292 oppure inviategli una mail all’indirizzo sologui5630@gmail.com. Il costo dell’escursione è di 300 Q. + 50 per l’ingresso all’area. Tenda, materassino e sacco a pelo vi verranno forniti da lui.

Acatenango

Volcán Fuego visto dal Volcán Acatenango e la tenda in cui ho passato la notte

Qualora capitaste ad Antigua di domenica potreste andare a farvi un giro al mercato di Santa Maria de Jesus, un piccolo villaggio sito ai piedi del Volcan Agua. Il tragitto è di al massimo mezz’ora e i pulmini passano lungo la 7a Calle. Al ritorno volendo potete fare tappa a San Juan del Obispo.

Santa Maria de Jesus

Al mercato di Santa Maria de Jesus

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Flores e dintorni

C’è chi decide di prendere l’aereo per raggiungere Flores da Città del Guatemala ma se siete tra quelli che preferiscono risparmiare e non hanno problemi a passare una notte in bus allora esiste il modo per arrivarci via terra. Si tratta, in termini di km, forse della distanza più lunga percorribile all’interno del Guatemala e quindi di una delle poche per cui è possibile usufruire di un servizio notturno. Vi sono un paio di compagnie che danno questa possibilità: Fuente del Norte e Linea Dorada. Prenotando direttamente tramite l’ostello di Antigua mi è capitato di viaggiare con Fuente del Norte la quale per i viaggi notturni offre servizi Deluxe con pullman a due piani, i cosiddetti Maya de Oro. Il costo di 300 Q. prevede il trasferimento in shuttle al terminale delle compagnia in Città del Guatemala e, da lì, il servizio di pullman notturno fino a Santa Elena, la cittadina al di là del ponte rispetto all’isola di Flores. Vi sono due pullman notturni, uno in partenza alle 21 e uno in partenza alle 22.30. Nonostante la differenza di orario tra l’uno e l’altro, è molto probabile che il servizio di shuttle da Antigua sia lo stesso per entrambi, in partenza intorno alle 18.30/19. Partendo alle 22.30 da Città del Guatemala abbiamo raggiunto Santa Elena alle 5.30 del mattino. Immagino che chi è partito alle 21 sia arrivato nel cuore della notte per cui fate voi le vostre valutazioni. Sarebbe comunque meglio avere qualcosa di prenotato a Flores.

A tal proposito vi consiglio Hostal Los Amigos, il “giardino segreto di Flores”, un’oasi per viaggiatori. In quanto a pulizia ovviamente non raggiungerà mai i livelli di Antigua (se non altro per la quantità maggiore di gente che lo frequenta) ma i materassi sono sempre comodi, presa e luce personale non mancano e il ristorante è considerato uno dei migliori dell’isola. Tramite loro è possibile organizzare sia l’escursione a Tikal che quella a Yaxha mentre per il trekking a El Mirador vi suggerisco un altro contatto.

Fate ATTENZIONE a qualunque personaggio salga sul pullman o cerchi di vendervi un tour appena arrivati a Flores: li chiamano “coyotes” e nonostante alcuni di loro siano persone oneste, altri purtroppo non lo sono. Se volete sfruttare il servizio di shuttle che vi offrono da Santa Elena a Flores lo potete fare, risparmierete così una corsa in tuk tuk, ma evitate di organizzare escursioni con loro.

I tour del pomeriggio per Tikal partono alle ore 12 e fanno ritorno in ostello intorno alle 8 di sera. Nel periodo in cui sono stata io (gennaio 2017) era molto più probabile riuscire a vedere un bel tramonto piuttosto che l’alba e questo per via della foschia che si concentrava soprattutto al mattino. Cercate di capire come gira il tempo nel periodo in cui visiterete voi il Guatemala e quindi optate per uno piuttosto che l’altro. Sappiate ad ogni modo che il tour all’alba costa di più rispetto a quello del tramonto perché l’accesso al parco un’ora e mezza prima dell’orario ufficiale di apertura viene fatto pagare extra. 150 Q. è il costo ufficiale del biglietto a cui vanno aggiunti 110 Q. di trasporto e quindi 100 Q. per l’alba o 20 Q. per il tramonto. Il tour è guidato in inglese (la maggior parte dei turisti che incontrerete in Guatemala non parla una mazza di spagnolo) e anche in questo caso ricordatevi di portare con voi una torcia.

Tikal

Plaza Mayor di Tikal

Anche più spettacolare del tramonto a Tikal è quello presso le rovine di Yaxha. Anch’esse situate a circa un’ora di shuttle da Flores ma con un pezzo di strada non asfaltata da percorrere, queste rovine sono molto meno frequentate delle vicine più famose ma non per questo meno interessanti. Yaxha significa “acqua verde” ed è proprio nel lago che dà il nome al sito che si riflettono le luci del sole al tramonto. La vista dalla piramide più alta di tutto il complesso è qualcosa di memorabile che credo valga davvero la pena di non perdere. Sempre tramite l’ostello il costo per questa escursione è di 160 Q. + 80 per l’ingresso al parco. Nel caso in cui non si volesse la guida il costo scenderebbe a 110+80 ma onestamente credo che valga la pena averla, se non altro per questioni di orientamento.

Yaxha

Piramidi di Yaxha

Se Tikal è il sito archeologico più noto del Guatemala, le piramidi di El Mirador sono forse quelle meno conosciute. Per maggiori informazioni sull’argomento leggete l’articolo Spedizione El Mirador: verso la culla della civiltà Maya mentre per quanto riguarda il nome dell’agenzia con cui dovreste assolutamente organizzare questo trekking di 5 o 6 giorni, ve lo passo già da qua: Dinastia Kan. Il proprietario si chiama Antonio Centeno e fu uno dei fondatori della cosiddetta Cooperativa di Carmelita, l’altro famoso operatore che ancora lavora in questo settore ma meno responsabilmente di lui. Chiedete di avere Eduardo come guida e troverete una persona eccezionale! Contattate Antonio via mail all’indirizzo tono.centeno@gmail.com oppure via tel./whatsapp al (+502)-50176311/51257430. Il costo per il tour di 5 giorni è di 250 US$.

El Mirador

Rovine dell’Acropoli Centrale a El Mirador

A Flores è bello semplicemente perdersi per le stradine, fare il giro dell’isola a piedi e, perché no, volendo anche tuffarsi nel lago. Non perdetevi alla sera le bancarelle di strada, le preferite anche dalla gente del posto: tostadas, empanadas, tamales etc. etc., tutto a pochissimo prezzo! Partendo dal ponte  cominciate a camminare seguendo il senso orario e le troverete subito.

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Rio Dulce e Livingston

Da Santa Elena a Rio Dulce c’è un pullman espresso che parte alle 8 e arriva a destinazione alle 12.30. Arrivate al terminale intorno alle 7 per prenotare il posto a sedere. La compagnia è di nuovo la Fuente del Norte e il costo di 100 Q. Dal molo di Rio Dulce (tenete la destra all’inizio del cavalcavia e scendete giù dritto) la compagnia Asocolmoran (+502)-7930 5853) gestisce il servizio di lancia per Livingston. Le partenze sia in andata che al ritorno sono previste alle 9.30 e alle 14.30, il costo di 125 Q. e il tempo di percorrenza di circa un paio d’ore con una sosta di 15 min. All’andata è meglio sedersi a sinistra mentre al ritorno a destra.

Rio Dulce

Navigando sul Rio Dulce

Livingston a mio parere merita giusto di rimanerci una notte. L’ora del tramonto è la migliore per apprezzare i colori della natura e questi ovviamente sono meglio visti da qualunque molo si estenda sul Rio Dulce. Casa de la Iguana è una delle sistemazioni che per rapporto qualità/prezzo riesce sicuramente a soddisfare tutte le tasche ma non farei troppo conto né sul livello di pulizia dei bagni in comune, né sull’aiuto del personale composto da “volontari” stranieri che sembra invece interessato a tutt’altro, nella fattispecie alcool e canne. Se siete in due o semplicemente avete voglia di spendere qualcosa di più vi suggerirei piuttosto l’Hotel Casa Rosada, molto più tranquillo e con vista direttamente sul fiume.

Livingston

Livingston

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Semuc Champey

Da Rio Dulce esiste un servizio di shuttle che in 5 ore circa vi porta a Lanquin/Semuc Champey. Il costo è di 150 Q. e si tratta fondamentalmente di quello che è partito al mattino da Semuc e che deve quindi fare rientro con partenza prevista alle ore 14. Arrivando da Livingston con la lancia delle 9.30 è possibile prenotarlo direttamente al molo dallo stesso sportello che vende i biglietti delle barche e quindi prenderlo da lì non appena avrà scaricato i passeggeri in arrivo. In alternativa potete rivolgervi al Ristorante Sun Dog che costituisce il secondo punto di raccolta passeggeri. La strada è quasi tutta non asfaltata.

Forse la sistemazione più bucolica di tutto il mio viaggio – con l’atmosfera però anche un po’ da villaggio turistico – è stato il Lodge el Retiro di Lanquin. Situato lungo un tranquillo tratto di fiume dove è possibile fare il bagno, vi regalerebbe la terza notte gratis qualora decidiate di rimanere. Se non vi dovesse stare bene il menù fisso che servono alla sera, in centro a Lanquin trovate il Comedor Shalom che serve piatti tipici per la metà del prezzo.

Semuc Champey

Cascate e piscine lungo il Rio Cahabon

Il mio consiglio è che la visita alle piscine di Semuc Champey la facciate per conto vostro. Il servizio di solo trasporto – potete prendere un pick-up al volo appostandovi sulla strada oppure partire con il gruppo dell’escursione organizzata – ha un costo di 25 Q. Arrivati all’ingresso del parco (circa mezz’ora) e pagati i 50 Q. del biglietto potrete passare al suo interno tutto il tempo che desiderate. L’ideale ovviamente è arrivare abbastanza presto da riuscire a salire al Mirador, scattare le foto di rito e quindi riscendere alle piscine prima dell’arrivo dei tour di gruppo (che nel frattempo sono andati a visitare delle grotte e a fare tubing sul fiume). Partire alle 9 è un orario perfetto. Portate con voi un cambio, i soldi sufficienti per pagare trasporto, ingressi e da mangiare – all’esterno trovate cibo di strada per 20/25 Q.- e un lucchetto. Vicino alle piscine ci sono degli armadietti e dei “camerini” per cambiarvi. Il parco è immerso nella foresta per cui vi suggerisco di partire con le scarpe.

Semuc Champey

Piscine di Semuc Champey viste dal Mirador

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Lago Atitlan e dintorni

La mia prima tappa sul Lago Atitlan è stata Panajachel, essendo l’unico punto di arrivo degli shuttle da Lanquin. Il servizio lo potete prenotare direttamente in ostello ad un costo di 175 Q. La partenza è prevista alle 8 del mattino, l’arrivo dopo circa 10 ore di strada. Il punto di partenza vero e proprio del diretto a Panajachel è il Mc Donald di Coban al quale vi ci porteranno con una prima navetta. Di fronte al Mc c’è un mega supermercato dove potete fare scorta di viveri per la giornata.

Non avendo voglia di prendere subito una barca ed essendo già buio al mio arrivo, ho deciso di passare la notte a Pana. Per la prima volta dal mio arrivo mi sono finalmente concessa una stanza singola con bagno privato presso l’Hotel Jere, a soli 100 Q. Pulito, tranquillo e con un comodissimo Comedor al lato è stato un’ottima base di partenza per l’esplorazione del lago.

Arrivando da Lanquin lo shuttle passa da Chichicastenango, famosa per il mercato del giovedì e della domenica. Se siete di passaggio la sera prima vi conviene allora fermarvi per la notte e proseguire per il lago il giorno dopo. Io a Chichicastenango ci sono arrivata con uno shuttle da San Marcos (80 Q. andata e ritorno in giornata).

Chichicastenango

Al mercato di Chichicastenango

La barche per spostarsi tra i vari paesini del lago costano un massimo di 25 Q. per le tratte più lunghe come per esempio Panajachel-San Marcos/San Pedro oppure San Pedro-Santiago e funzionano dalle 7 del mattino alle 7.30 di sera circa.

A San Marcos la Laguna sono stata nell’Hostel San Marcos, il più conveniente del paese. Al momento del mio soggiorno il letto in dormitorio costava 75 Q. compresa la buonissima colazione presso il Ristorante Fé. L’unica pecca è che nelle stanze non c’erano cassette di sicurezza per i valori ma volendo si potevano lasciare cose in custodia alla reception.

Lago Atitlan

Alba sul Lago Atitlan vista dalla Nariz del Indio

A San Pedro la Laguna, seppur io abbia soggiornato al Mr. Mullet’s Hostel, con il senno di poi vi suggerirei piuttosto qualunque sistemazione si trovi lungo il percorso che conduce al molo per Santiago, come per esempio la Casa del Descanso. Risalendo dal molo per Panajachel girate a sinistra, continuate fino al negozio Salud Para Vida e quindi infilatevi a destra nella viuzza più stretta che c’è, la cosiddetta Graffity Alley. Seguite il percorso sempre mantenendo la sinistra agli incroci e vi ritroverete in una zona molto più tranquilla e piacevole.

Santiago e San Juan la Laguna sono visitabili tranquillamente in giornata da San Pedro anche se, a seconda di quello che state cercando, potrebbero costituire un buon punto d’appoggio per esplorare il lago. Mentre San Marcos e San Pedro risultano molto più turistici  – San Pedro richiama soprattutto giovincelli in cerca di party mentre San Marcos hippie, vegetariani, vegani e amanti dello yoga o semplicemente dell’ozio – Santiago, San Juan la Laguna, e tutti gli altri villaggi che si sentono meno nominare risultano più autentici e maggiormente vissuti dalla gente del posto. E’ sconsigliato, per via della possibile presenza di “banditi”, spostarsi a piedi tra un villaggio e l’altro: le barche sono sempre il mezzo più veloce ed economico ma esiste anche la possibilità di muoversi in tuk tuk o chicken bus.

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Quetzaltenango

Quetzaltenango, detta anche Xela, è il punto di partenza per chi ha voglia di scarpinare. Da San Pedro, davanti al parco della cattedrale, partono diversi chicken bus diretti da queste parti: alle 8.30, alle 10.30 e forse anche alle 11.30 ma non garantisco. Arrivano a destinazione in circa due ore e mezza e il costo del biglietto è di 35 Q., molto più conveniente rispetto ai 160 Q. che vi verrebbero chiesti per un servizio di shuttle.

Casa Seibel è davvero accogliente, con quel suo stile coloniale che vi porta indietro nel tempo, un magnifico patio interno, stanzoni ampi e coperte calde. La posizione è ottima.

Da Quetzaltenango sono partita per un trekking di sei giorni che, iniziando da Nebaj, attraverso paesaggi incredibilmente vari, ci ha portati fino a Todos Santos. Date un’occhiata all’articolo Quetzaltrekkers: caminare per una buona causa per capire di cosa si tratta. Se avessi avuto più tempo, giusto una decina di giorni in più, è sicuro che a San Pedro ci sarei tornata a piedi e che avrei scalato il Volcán Tajumulco, il più alto di tutto Centro America. Ahimè però il tempo è finito prima e allora da Xela ho fatto rientro ad Antigua su strada. Dal terminale degli autobus partono connessioni dirette a San Pedro, Panajachel e Città del Guatemala. Nel caso di Antigua dovrete invece cambiare a Chimaltenango.

Nebaj - Todos Santos Trek

Nebaj – Todos Santos Trek

A questo punto penso di avervi detto davvero tutto. Ci risentiamo nei prossimi giorni con tanti altri articoli in arrivo! 🙂

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