Esiste un mondo che vive sospeso sull’acqua e che di questa ne è complice, buon amico e amante…
Ricordo chiaramente quel brivido di emozione quando per la prima volta ho attraversato il Lago Inle, in Myanmar, un’immensa distesa di acqua placida dello stesso colore del cielo, specchio del carattere pacifico ed equilibrato di quella popolazione che ci vive a stretto, strettissimo contatto. Un animo talmente equilibrato da riflettersi nei movimenti dei loro corpi e permettergli di condurre quelle lunghe canoe stando in piedi su una gamba e remando con l’altra. E’ questa tecnica singolare infatti che distingue e caratterizza gli abitanti, ma soprattutto i pescatori della regione, le cui sagome si spostano leggiadre sull’acqua simili a quelle di eleganti fenicotteri.
La sensazione di grandezza che si vive non corrisponde però alle effettive dimensioni del lago che misura soltanto 11 km di larghezza per 22 di lunghezza. Questo fattore può permettere al viaggiatore di raggiungere diverse località sulle sue sponde tenendo sempre come base il piccolo e vivace villaggio di Nyangshwe (situato sul canale principale che sfocia sulla sponda settentrionale del lago).
Affittando le barche a motore, simili alle long-tail thailandesi, e avendo a disposizione mezza giornata, è possibile raggiungere i pittoreschi mercati rurali che, a rotazione, riuniscono le genti delle principali tribù birmane che lì si recano nella speranza di vendere i prodotti delle loro terre, situate a volte anche ad una notte di cammino di distanza.
Convincendovi del fatto che i mercati più famosi siano anche i più turistici, cambiate direzione e dirigetevi verso quelli meno pubblicizzati. L’escursione prevede una forzata “levataccia” verso le 5 del mattino, quando Nyangshwe ancora dorme, per riuscire a raggiungere i mercati quando i banchi sono ancora colmi di frutta e verdura. Ricco, coloratissimo e fuori dal circuito turistico è quello di Nampan, sulla sponda orientale del lago a circa un’ora di navigazione da Nyangshwe.
Non dimenticatevi ciò che di più caldo abbiate in valigia perché le coperte fornitevi dai barcaioli non basteranno a proteggervi dal freddo umido del mattino che può tranquillamente raggiungere i 5°C!
Il consiglio è quello, se avete disposizione un’intera giornata, di spingervi il più a sud possibile per raggiungere il Lago Sankar, collegato al Lago Inle da un lungo canale che si snoda sinuoso tra straordinari villaggi costruiti su palafitte e orti galleggianti di ogni sorta. Un’esperienza unica e indimenticabile alla scoperta di quel mondo fiabesco che vive sospeso sull’acqua.
L’omonimo villaggio che raggiungerete, Sankar appunto, custodisce preziosi resti di templi (non precisamente datati), apparentemente commissionati da un antico sovrano Shan che lì regnava e risiedeva.
Sulla riva opposta una splendida collezione di “zedi” (nome locale dello stupa, monumento per antonomasia del culto buddhista) allineati in file parallele e simmetriche. Un luogo che vede scarsissima affluenza di turisti e già, solo per questo motivo, degno di nota. Certo per raggiungere questi angoli di mondo si deve essere disposti a rimanere seduti per circa 3 ore (solo andata) sulle colorate seggioline di legno di una canoa a motore super vibrante!
E poi ancora a Nyangshwe è possibile affittare delle biciclette sgangherate (a volte sono talmente dure che si ha la sensazione di pedalare con il freno a mano tirato!) e seguire i percorsi che si diramano tutto intorno al lago; un modo questo per assaporare lentamente la vera essenza rurale della Birmania, “diversa da ogni altro paese da voi conosciuto” (Rudyard Kipling)