Sri Lanka

Profumi e colori nei mercati dell’Asia

Profumi e colori nei mercati dell’Asia 1024 682 Sonia Sgarella

Che cosa c’è di più bello, autentico e rivelatore che perdersi tra le bancarelle dei mercati del mondo? Dai più grandi ai più colorati, dai più strani ai più profumati, i mercati sono molto di più che semplici centri di scambio: sono i punti d’incontro di genti e culture, dove riuscire a cogliere l’essenza di un paese sapendo di che cosa si nutre la sua popolazione, che cosa cerca e cosa produce.

Nei mercati come in nessun altro luogo, entrerete in contatto con le più varie tradizioni locali, culinarie e non, in un tripudio di abbondanza e folklore che vi sorprenderà, portandovi sempre alla ricerca di situazioni simili ovunque andiate! Spostiamoci dunque nei meravigliosi mercati dell’Asia…

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1.Shivaji Market, Pune, India

Arrivati a Pune, una delle città più moderne dell’India intera, nessuno si aspetterebbe mai di trovare un mercato tanto tradizionale dove i colori, come sempre, la fanno da padrone. Lo Shivaji Market, il cui nome ci ricorda quello dell’eroe storico più famoso del Maharasthtra, è il posto ideale dove perdersi tra mille foto e scoprire tutti gli ingredienti base della cucina indiana.

Shivaji Market 1 - Pune

Shivaji Market 2 - Pune

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2.Mercato di Bandarawela, Sri Lanka

In questa cittadina apparentemente anonima della Hill Country ma situata a soli 13 km da Ella, ogni domenica mattina si svolge un vivace e coloratissimo mercato, da non perdere!Mercato domenicale di BandarawelaMercato domenicale di BandarawelaMercato domenicale di Bandarawela

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3.Mercati del Lago Inle, Myanmar

Dal piccolo e vivace villaggio di Nyangshwe, situato sul canale principale che sfocia sulla sponda settentrionale del lago, affittando una barca a motore, è possibile raggiungere i pittoreschi mercati rurali che, a rotazione, riuniscono le genti delle principali tribù birmane che lì si recano nella speranza di vendere i prodotti delle loro terre, situate a volte anche ad una notte di cammino di distanza. Convincendovi del fatto che i mercati più famosi siano anche i più turistici, cambiate direzione e dirigetevi verso quelli meno pubblicizzati. L’escursione prevede una forzata “levataccia” verso le 5 del mattino, quando Nyangshwe ancora dorme, per riuscire a raggiungere i mercati quando i banchi sono ancora colmi di frutta e verdura. Ricco, coloratissimo e fuori dal circuito turistico è quello di Nampan, sulla sponda orientale del lago a circa un’ora di navigazione da Nyangshwe.

Mercato di NampanMercato di Nampan

Mercato di Nampan

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4.Chandni Chowk, Delhi, India

Se cercate la confusione estrema siete nel posto giusto e qui troverete anche l’introvabile! Zap Mangusta nel suo recente libro “Le infradito del Buddha” lo descrive nel modo più appropriato, dicendo: “infilarsi tra i suoi caruggi è una specie di esperienza mistica per tutti i sensi, in particolare per quello dell’orientamento!”.

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5.Mercati galleggianti, Vietnam

Ogni giorno sulle acque inquinate dei canali navigabili del delta del fiume Mekong si svolgono decine di mercati, tutti rigorosamente galleggianti, su barche o canoe. Da quello di Cai Rang a quello di Cai Be, non dovrete fare altro che rimanere a guardare, comodamente seduti sulla vostra imbarcazione. Il mattino presto, prima che cominci a fare caldo, è il momento migliore per cominciare la vostra escursione. Mercati simili si trovano anche in Thailandia, a Damnoen Saduak, nei pressi di Bangkok.

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6.Mercato domenicale di Chiang Mai, Thailandia

Il luogo dove trovare davvero di tutto, dagli articoli di artigianato al cibo tipico, ai caratteristici Foot Massage a cui non dovreste assolutamente rinunciare. Tirate fuori il portafoglio e preparatevi a contrattare!

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7.Mercato all’ingrosso di Dambulla, Sri Lanka

Anche se non avete intenzione di acquistare interi caschi di banane, questo grande mercato all’ingrosso offre un affascinante spaccato dell’ampia produzione ortofrutticola dello Sri Lanka.

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8.Devaraja Market di Mysore, India

Esempio perfetto di un mercato tradizionale indiano, carico di colori sgargianti, profumi inebrianti, chiasso e confusione. Percorretelo da cima a fondo senza tralasciare le vie adiacenti, assaporatene la bellezza, la vivacità e con questo lasciatevi trasportare indietro nella storia!

Leggi anche l’articolo Mysore e dintorni: luoghi e culture

Devaraja Market

Devaraja Market

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 9.Mercato del bestiame di Kashgar, Cina

Appuntamento imperdibile che vede riunisrsi gli allevatori Uiguri di questa provincia dello Xīnjiāng per contrattare diversi capi di bestiame, tra cui pecore, vacche e cammelli. Entro mezzogiorno venditori e acquirenti saranno tutti arrivati dunque fate in modo di essere presenti, facendo attenzione a dove mettete i piedi ma soprattutto al movimento di camion e carretti carichi di animali che difficilmente vi daranno la precedenza!

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10.Mercati dei fiori, India

A Calcutta, a Mumbai o in qualsiasi altra città dell’India, i mercati dei fiori sono sempre un meraviglioso tripudio di colori!

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Viaggio in Sri Lanka: suggerimenti per la visita di Sigiriya

Viaggio in Sri Lanka: suggerimenti per la visita di Sigiriya 1024 768 Sonia Sgarella

Una “goccia nell’oceano”, la “lacrima dell’India”, l’isola di “Lanka”, forse più piccola di altre ma con un tale concentrato di attrattive che non basterebbero sei mesi per poterla esplorare da cima a fondo. Esperti di arte templare e di architettura coloniale, botanici, biologi, naturalisti, amanti dell’ozio, della vita da spiaggia, del surf o delle immersioni, escursionisti o ciclisti ma anche aspiranti medici ayurvedici e pellegrini, qui davvero ce n’è per tutti!

I romani la conoscevano con il nome di Taprobane, i mercanti musulmani la chiamavano Serendib, “l’isola dei gioielli” e gli inglesi Ceylon ma da sempre l’isola è nota ai singalesi semplicemente come “Lanka”, “l’isola”, un melting pot di culture che si sono sommate nei secoli, scontrandosi ripetutamente – in maniera purtroppo spesso sanguinaria (vedi gli ultimi episodi terroristici di aprile 2019) – ma inconsapevolmente fondendosi l’una nell’altra e dando vita oggi ad un connubio di tradizioni e credenze che – ci si augura – un giorno potranno convivere in pace ed armonia.

Dal canto mio, qualora foste in dubbio sul se partire o meno, quel che vi posso dire è che aver paura non serve a niente: certo non vi suggerirei di andarvi ad infilare in una zona di guerra ma è vero anche che i rischi si possono incontrare ovunque e che per questo si dovrebbe sempre evitare di vivere nel terrore. In Sri Lanka, come in qualsiasi altro paese, per ogni estremista maledetto, sfortunatamente esistobo anche migliaia di persone di un’umanità disarmante e che non meritano le conseguenze di politiche meschine con le quali non hanno nulla a che fare. 

Sigiriya

Se dunque lo Sri Lanka rientra nella lista dei paesi che vorreste visitare ecco che la roccia di Sigiriya sarà di certo una delle vostre mete principali. La Machu Picchu d’oriente, una formazione rocciosa alta 370 metri con affreschi che ne decorano le pareti a strapiombo e antiche rovine sulla sommità, un luogo imperdibile – troverete scritto in qualunque guida di viaggio – Patrimonio dell’Umanità dal 1982, un complesso affascinante che potrebbe soddisfare gli interessi di chiunque la visiti, appassionati di storia, amanti dell’arte o turisti occasionali. Eppure incontrerete decine di persone pronte a sostenere che il sito sia deludente, poco entusiasmante, persone forse sature delle troppe meraviglie del mondo che non sanno più apprezzarne l’unicità. Non fidatevi, lasciate sempre che siano i vostri occhi a giudicare e le vostre emozioni a parlare…

Affreschi a Sigiriya Affreschi a Sigiriya Affreschi a Sigiriya

Una massa rocciosa costituita da un accumulo di magma indurito – fuoriuscito da un vulcano scomparso ormai da tempo – spunta maestosa dall’immensa distesa verde che ricopre l’intera regione, ricca di foreste lussureggianti: Sigiriya, “la rocca del leone”, fu molto probabilmente la sede di un complesso monastico, di un luogo destinato alla meditazione nonostante ci sia ancora chi preferisca credere che si trattasse invece di una residenza inespugnabile fatta erigere durante il regno di Kassapa (477-495 d.c.).

Sigiriya

La rocca del leone - Sigiriya La rocca del leone - Sigiriya

Un luogo estremamente suggestivo soprattutto se visto da lontano. Il posto migliore per iniziare la vostra visita non è quindi la roccia stessa bensì la poco frequentata, se non addirittura sconosciuta Pidurangala Rock, situata a pochissima distanza dalla prima. Per raggiungerla vi basterà una breve camminata che dall’ingresso principale di Sigiriya vi porterà a costeggiare il fossato esterno a sinistra. Seguite quindi le indicazioni. Accedete dal piccolo monastero alla base e, pagate le 300 rupie (cifra irrisoria rispetto ai 30 $ del sito più famoso), inerpicatevi seguendo il tracciato costituito in buona parte da scalini. Evitate le infradito perché l’ultima parte del percorso vi vedrà arrampicarvi tra le rocce sconnesse e, in caso di mal tempo, scivolose.

Pidurangala Rock

Raggiunta la cima vi sorprenderà una vista spettacolare che sarete solo voi e pochi altri ad ammirare. Prendetevi tutto il tempo che vi serve per contemplare il paesaggio perché Sigiriya è meglio visitarla nel tardo pomeriggio.  Arrivando al mattino infatti, trovereste una luce poco favorevole alle foto e la maggior parte dell’ascesa la fareste al sole.

Sigiriya vista da Pidurangala

Cosa ne dite? Un’altra delusione o l’ennesima meraviglia del mondo? A voi la parola! E per gli amanti delle piccole e grandi imprese, leggete anche l’articolo Il Picco di Adamo: la notte di un pellegrino in Sri Lanka, un’esperienza davvero da non perdere!

Il Picco di Adamo: la notte di un pellegrino in Sri Lanka

Il Picco di Adamo: la notte di un pellegrino in Sri Lanka 960 960 Sonia Sgarella

Ho visto ragazzini vestiti di bianco trasportare sulle spalle il peso di sacchi pieni di offerte; ho visto genitori caricarsi del peso dei figli neonati e, noncuranti della fatica, puntare dritto alla meta; ho visto monaci in assorto silenzio procedere imperturbabili, gradino dopo gradino ma anche donne anziane sull’orlo dello sfinimento, aggrapparsi alle braccia più forti di figli e nipoti; ho visto gente di ogni età affannare, piegarsi per la fatica, addormentarsi in ogni luogo lungo il percorso ma alla fine farcela; ho capito che a volte la fede nella salvezza supera e va oltre le possibilità fisiche di una persona. Io auguro a tutta questa gente di non aver faticato invano, che lo sforzo non sia stato per niente e che le promesse di una rinascita migliore possano realmente avverarsi…glielo auguro con tutto il cuore.

Ho visto tutto questo, passo dopo passo, lungo i 5.200 gradini  che conducono alla cima del Picco di Adamo, meta di pellegrinaggio da oltre mille anni, luogo in cui ogni devoto, di qualsiasi religione, dovrebbe recarsi almeno una volta nella vita, se non nella speranza di accumulare meriti, almeno per godere dello spettacolo incantato che questa creazione della natura può regalare a chi ne raggiunga la cima, a 2.243 metri.

Picco di Adamo

La montagna, che da secoli cattura l’immaginario collettivo è conosciuta con vari nomi che riconducono a molteplici tradizioni religiose: Adam’s Peak, “il picco di Adamo”, il luogo dove, secondo mussulmani e cristiani, Adamo avrebbe messo piede sulla terra dopo essere stato cacciato dal paradiso terrestre; Sri Pada, “piede sacro”, per via dell’enorme orma che si incontra sulla sommità e che sarebbe stata lasciata, secondo i buddhisti, dal Buddha durante la sua discesa tra i comuni mortali mentre, secondo gli induisti, dal grande dio Shiva; ma il nome più poetico rimane quello propriamente singalese: Samanalakanda, “montagna delle farfalle”, il luogo in cui si dice che le farfalle si rechino a morire…

Picco di Adamo

Non si tratta della montagna più alta ma sicuramente della più sacra e di quella che più intimorisce qualunque turista o pellegrino abbia deciso di intraprenderne la scalata: una piramide quasi perfetta che svetta ai margini del villaggio di Dalhousie dove è possibile pernottare. Bancarelle e punti di ristoro costeggiano l’intero percorso ed è qui che potrete acquistare le provviste necessarie per la scalata ma fatelo quando ancora in paese perché man mano che vi avvicinerete alla cima il costo della merce sarà più alto (i facchini incaricati del trasporto vengono giustamente pagati fior di quattrini!).

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Il vostro pellegrinaggio avrà luogo di notte, in tempo per raggiungere la sommità del picco al sorgere del sole e godervi lo spettacolo. Partite quindi alle 2 (non più tardi) e seguite la folla di gente che vi condurrà fino alla sommità. Vestitevi a strati e assicuratevi di avere con voi una felpa e una giacca a vento perché, nonostante dopo la prima mezzora in salita comincerete ad avere caldo, una volta raggiunta la cima, il vento potrebbe essere gelido! La percorrenza media è di circa 3 ore.

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Mihintale: la culla del buddhismo sull’isola di Lanka

Mihintale: la culla del buddhismo sull’isola di Lanka 960 960 Sonia Sgarella

Premetto di non aver contato i gradini, o meglio, premetto di averlo fatto ma di aver perso il conto più volte e questo sicuramente non fa di me una pia pellegrina. Ma ciò nonostante ho raggiunto la cima e la salita mi è sembrata molto più semplice di quanto mi aspettassi, dati i racconti di quei 1843 antichi scalini da percorrere per metà a piedi scalzi. La collina di Mihintale si trova a soli 14 km dalla più importante – ma non necessariamente più entusiasmante – Anuradhapura, antica capitale dello Sri Lanka, ed è facilmente raggiungibile per mezzo di qualunque autobus pubblico diretto nel nord-est dell’isola. Senza dover andare fino alla stazione degli autobus potrete aspettarne uno davanti al supermercato “Family Super”, sulla Main Street. Saliti sul pullman al volo – letteralmente al volo! – al costo di 34 rupie (meno di 20 centesimi) nel giro di circa mezz’ora sarete arrivati. Attraversate la strada e  camminate verso sinistra per poi imboccare la prima strada a destra (ricordatevi sempre, soprattutto quando deciderete di affittare una bicicletta, che il senso di marcia è opposto rispetto al nostro!). Arrivati in fondo cominciate pure la vostra ascesa alla collina sacra dove si dice che il re  Devanampiyatissa abbia incontrato Mahinda, figlio del grande imperatore Ashoka Maurya che nel III secolo a.c. arrivò a regnare sulla quasi totalità del subcontinente indiano. Ashoka, il “re caro agli dei” (Piyadassi) – come amava definirsi – pentitosi per aver dato luogo al tragico sterminio del popolo dei Kalinga (abitanti dell’odierna Orissa), si convertì al buddhismo facendosi promotore della dottrina in tutto il paese fino a raggiungere l’estremità meridionale del Deccan. Ma fu proprio il figlio Mahinda, devoto missionario che, su incarico del padre, si spinse oltre le coste dell’India per raggiungere l’isola di Lanka e dare avvio alla diffusione del dharma, conseguenza della conversione del re Devanampiyatissa, sovrano di Anuradhapura. Si racconta che l’incontro avvenne proprio laddove oggi sorge l’Ambasthale Dagoba (termine utilizzato localmente per indicare lo stupa buddhista). Ma prima di giungere a quest’ultimo farete bene a soffermarvi sui resti degli altri monumenti disseminati lungo il percorso: per primo il Kantaka Cetiya (altro sinonimo di stupa), alto 12 metri e con un perimetro alla base di 130, è molto probabilmente il più antico di Mihintale. Dal primo pianoro prendete la breve scalinata sulla destra per raggiungerne le rovine.

Proseguite quindi la serie di rampe che vi condurrà fino al secondo pianoro dove sorgono i resti del complesso monasteriale commissionato dal sovrano: il refettorio dei monaci, la casa delle reliquie e la sala delle assemblee vi intratterranno il tempo necessario per riprendere fiato.

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Percorrete quindi l’ultima scalinata orlata di alberi di frangipani e abitata da scimmie  e scoiattoli giganti, che in pochi minuti vi condurrà al terzo livello di ascesa. Di un bianco candido e circondato da colonne di pietra che avevano forse la funzione di sorreggere un tetto di legno, l’Ambasthale Dagoba sorge nel punto in cui si pensa si trovasse Mahinda quando, nel 247 a.c., incontrò Devanampiyatissa e , messa alla prova la sua saggezza con un indovinello, reputandolo un degno discepolo, lo iniziò alla fede buddhista. Alle spalle di questo un grande Buddha in posizione seduta si staglia verso il cielo. Raggiungetelo.

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A questo punto non vi rimarrà altro da fare che scalare la cosiddetta “roccia della meditazione”(Aradhana Gala) per godere di magnifiche vedute sulla pianura circostante.

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Da qui potrete ammirare in tutta la sua bellezza il Mahaseya Dagoba, lo stupa più grande di Mihintale, che, bianco come le nuvole, risplende tra il verde di una vegetazione lussureggiante.

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