Liguria

Trekking ad anello Camogli – San Fruttoso: viaggio tra storia, natura e tradizioni

Trekking ad anello Camogli – San Fruttoso: viaggio tra storia, natura e tradizioni 1080 722 Sonia Sgarella

Cari viaggiatori e amanti del cammino, non me ne vogliate ma mi sento in dovere di farvi una premessa: se sul cartello da escursionismo che avete di fronte trovate scritto “sentiero molto impegnativo”, trattasi evidentemente di un monito importante. A tal proposito e prima di intraprendere un percorso etichettato come tale, sarebbe meglio che vi poniate questa domanda: siete sicuri di saperlo affrontare?

Vi do un paio di indicazioni perché lo possiate valutare:

– Lunghezza dell’itinerario: 19 km

– Durata del percorso: almeno 4h30 di cammino effettivo

– Dislivello positivo: 780 metri

tratti esposti o molto sposti da superare con l’ausilio di catene

poche fonti d’acqua lungo il percorso (nessuna lungo il Sentiero delle Batterie)

Se la vostra risposta è no, non preoccupatevi, a San Fruttuoso ci potete arrivare lo stesso passando per un sentiero più semplice.

Se invece la vostra risposta è sì, allora preparatevi ad imbarcarvi in un’esperienza spettacolare, di quelle che non dimenticherete così facilmente! Vi porto a scoprire uno degli itinerari di trekking più spettacolari della Liguria e sicuramente il modo più entusiasmante per raggiungere l’Abbazia di San Fruttuoso. Un percorso a cavallo del Promontorio di Portofino e affacciato su un incredibile mare turchese, quello del Golfo Paradiso, che da qui si estende ad ovest verso l’antica Repubblica marinara di Genova.

Camogli - San Fruttuoso Trek

E a proposito di borghi marinari, se non siete mai stati a Camogli, un tempo conosciuta come la “città dei mille bianchi velieri”, vi suggerisco certo di farle visita come conclusione delle vostre fatiche, all’ora del tramonto, quando il sole illumina di arancio le facciate dei suoi palazzi decorati a tromp l’oeil, e l’aria è vivida, così che anche voi possiate rimanere incantati dalla sua bellezza e vitalità.

Camogli - San Fruttuoso Trek

Ed è proprio dal centro di Camogli, nei pressi della Via San Bartolomeo che potrebbe prendere avvio il vostro percorso – utile qualora doveste arrivare in treno – ma se siete muniti di auto allora tanto vale che facciate vi rechiate un po’ più su, fino alla frazione di San Rocco, dove, proprio nei pressi della chiesa si dividono i sentieri che permettono di raggiungere San Fruttuoso. In quanto a parcheggi se ne possono trovare di liberi lungo la strada o, male che vada, nel grande piazzale a pagamento situato al limite della ZTL. Se però volete a tutti i costi salire a piedi da Camogli mettete in conto circa 30/40 minuti per percorrere i 200 metri di dislivello aggiuntivi.

Arrivati sul sagrato delle chiesa, dovrete quindi decidere che strada prendere e questo, di nuovo, andrà valutato sulla base delle vostre capacità. Esistono due percorsi per raggiungere San Fruttuoso: uno, più semplice, di livello E (Escursionisti) – il cosiddetto Sentiero delle Pietre Strette – e uno più impegnativo, di livello EE (Escursionisti Esperti) – quello chiamato Sentiero delle Batterie.

Se la vostra risposta alla mia domanda iniziale è stata no, ovvio che da qui prenderete il primo, risalendo al bivio per la Via Galletti. Se alla domanda invece avete risposto sì, allora continuate sul percorso con vista mare (Via Mortola), che si estende in piano attraversando le località Il Poggio e Mortola, tra le casette colorate, gli ulivi, gli alberi di limoni e, se la stagione è quella giusta, tra le fioriture di mimosa. Ma non crediate che sia tutta così: il paesaggio oltre gli abitati si fa subito più selvaggio, ci si addentra nella macchia mediterranea e ci si perde nell’azzurro di quel mare, le cui viste magiche vi faranno perdere il conto dello scorrere del tempo.

Camogli - San Fruttuoso Trek

In 40 minuti siamo già arrivati alla località Batterie (246 m.), dove si trovano alcuni appostamenti militari risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Ci troviamo all’altezza di Punta Chiappa, una striscia sottile di roccia puddinga che si estende nel mare per una cinquantina di metri e che segna lo spartiacque tra il Golfo Paradiso e la Riserva Marina di Portofino, nella quale rientra anche la baia di San Fruttuoso. Famosa per le acque cristalline che la lambiscono e l’ottima visibilità, durante i mesi estivi Punta Chiappa si trasforma in una meta gettonata per lo snorkeling e – organizzandosi con gli operatori della zona – per il diving. Sempre partendo da San Rocco si può raggiungere Punta Chiappa in circa 30 minuti percorrendo il sentiero che passa anche per Punta Pidocchio.

Camogli - San Fruttuoso Trek

Ma ecco che da qui incomincia la parte più adrenalinica, quella che a tratti ma per circa un’ora vi vedrà impegnati su passaggi esposti, a strapiombo sul mare e qualche volta, c’è da dirlo, attaccati saldamente alle catene. Probabilmente se lo avessero chiamato il Sentiero delle Catene piuttosto che delle Batterie la cosa sarebbe suonata un po’ troppo minacciosa ma è vero anche che di queste ce ne sono parecchie e che forse altro nome non poteva essere più appropriato. Non fatevi venire l’ansia comunque, concentratevi e basta. Le catene sono state affisse alla roccia per sicurezza ma la verità è che nella maggior parte dei casi, potreste benissimo farne a meno.

Camogli - San Fruttuoso Trek

C’è però un punto in particolare in cui ringrazierete ci siano, fondamentali soprattutto se la roccia è bagnata e di conseguenza scivolosa. Si chiama il Passo del Bacio e voi vi starete chiedendo: ma un bacio tra chi? Racconta la leggenda di due giovani amanti le cui famiglie non approvavano la loro relazione e che da questo punto, datisi l’ultimo bacio, si lanciarono insieme nel vuoto e si unirono per sempre alle onde del mare. Bene, nei vostri possibili attimi di panico, cercate di non fare la stessa fine! 🙂

Camogli - San Fruttuoso Trek

Doveste superare questo punto indenni comunque il percorso prosegue ancora con una serie di saliscendi su terreno sconnesso e altre catene fino ad un ruscello, oltre il quale incomincia la salita per la sella del promontorio di Punta Torretta, posta a protezione di San Fruttuoso e che già lungo il cammino avrete notato sull’altro lato di Cala dell’Oro. Il sentiero procede a piccoli tornanti dapprima tra la vegetazione più rada e quindi nel bosco a prevalenza di carpini neri per un totale di circa 40 minuti. Da lassù (270 m.) continua poi tutto in discesa per riportarsi al livello del mare.

Camogli - San Fruttuoso Trek

Ce l’avete fatta! Stupitevi, meravigliatevi, entusiasmatevi! Che la raggiungiate in barca o a piedi, da Camogli o da Portofino, l’Abbazia di San Fruttuoso, che si nasconde nella sua splendida baia dal X secolo, appare agli occhi del viaggiatore come un incredibile miraggio e così sarà soprattutto per voi, che ve la siete conquistata con fatica! In piedi sicuramente già nel 977 e ottenuta dalla famiglia Doria nel XVI secolo, l’Abbazia è oggi di proprietà del FAI e può essere visitata tutto l’anno al prezzo di 7,50 euro. (Info sul sito)

Camogli - San Fruttuoso Trek

Una piccola e graziosa spiaggetta su cui rilassare le stanche membra e rigenerare la mente, che altro avreste potuto desiderare dopo almeno 2h30 di cammino con probabili attimi di tensione? Godetevi questi istanti di meritato riposo e se la stagione lo permette non esitate a buttarvi in mare! Attenzione però: il fatto che a San Fruttuoso arrivino i battelli, soprattutto in alta stagione, potrebbe comportare l’afflusso di orde di turisti e quindi togliere in parte fascino ad un luogo che meriterebbe invece di essere visitato in un’atmosfera pacata. Il mio suggerimento per questo sarebbe quello di andarci per esempio in una bella giornata di marzo, quando ancora le barche arrivano solo da Camogli e con poche corse al giorno e la maggior parte di quelli che incontrerete sono quindi camminatori come voi, pochi ma buoni!

Camogli - San Fruttuoso Trek

Dicevamo prima che da San Fruttuoso potreste anche pensare di rientrare a Camogli in battello ma siccome qua vi racconto di un itinerario ad anello che prevede l’uso delle gambine allora è arrivato il momento di rimettersi in moto. Non credevate mica di aver finito di faticare? Il Sentiero delle Pietre Strette, che abbiamo detto essere più semplice, non prevede tratti esposti e l’utilizzo di catene ma in quanto a dislivello positivo vi darà comunque del filo da torcere. Nella fattispecie stiamo parlando di altri 460 metri in salita! Il sentiero dalla spiaggia risale prima verso la Torre Doria – sì, proprio quella che vedete isolata poco più in alto dell’Abbazia – e quindi si inoltra nel bosco seguendo un bucolico ruscello fino all’Agririfugio Molini. (consultate il sito per info sulle aperture).

Ma a proposito di tradizioni: voi lo sapete cos’è una tonnarella? E’ un sistema di pesca a corde fisse più piccolo e semplice rispetto alla cosiddetta tonnara, ideata inizialmente per la pesca del tonno rosso e di cui in Italia rimangono ormai  pochissimi esempi, tra cui due in Sicilia e due in Sardegna. Della tonnarella di Camogli, l’unica dell’Italia peninsulare, si hanno notizie già dal 1600 e ancora oggi, gestita da una Cooperativa di pescatori locali, costituisce la principale fonte di reddito dell’economia cittadina.

Ogni anno, durante i mesi invernali che precedono la stagione di pesca, risalendo la mulattiera che dalla spiaggia di San Fruttuoso vi porta alla Torre Doria, vi potrebbe capitare di assistere alla preparazione delle reti, le quali vengono calate in mare nel mese di aprile – a 400 metri da Punta Chiappa – e lì vi rimangono fino a settembre per essere issate tre volte al giorno dai pescatori. Si tratta di un metodo di pesca più sostenibile di altri in quanto la maglia larga delle reti permette ai pesci più piccoli di non rimanervi intrappolati e ai pescatori di poter selezionare solo il pesce adatto alla commercializzazione, ributtando il resto, ancora vivo, in mare.

Le corde (dette “cavi”) vengono ancora oggi intrecciate a mano secondo i canoni di un tempo, con strumenti a dir poco arcaici e vengono prodotte con una fibra di cocco importata apparentemente dall’India, la quale è andata a sostituire pian piano l’utilizzo di fibre di canapa e l’erba lisca, che cresce abbondante sul promontorio di Portofino.

Ma proseguiamo oltre e dunque, dove eravamo rimasti? Ah sì, all’Agririfugio Molini (200 m.). Continuiamo sempre in salita per coprire il dislivello rimanente che ci divide dalla località Pietre Strette (460 m.), il punto più alto di questo nostro itinerario, nonché il luogo che prende il nome da quegli imponenti massi rocciosi che lì si trovano, a formare delle pittoresche fessure.

E’ questo il fulcro del promontorio e punto dal quale si passa all’altro versante, quello da cui si vedono Santa Margherita Ligure e Rapallo. Continuiamo in direzione di Gaixella (seguendo quindi anche i cartelli per Portofino Vetta) attraverso il bosco mesofilo che in primavera è ricco di fioriture. Lo sapevate che il Parco di Portofino, istituito nel 1935, conserva oltre 900 specie di flora? Il percorso è agevole, si estende in piano su terreno battuto e all’ombra degli alberi.

Camogli - San Fruttoso Trek

Helleborus Foetidus

In località Gaixella, che raggiungerete in massimo 15 minuti, individuate il bivio che, inizialmente sempre nel bosco, scende fino al piccolo abitato di Galletti e quindi da lì, fino alle spalle della chiesa di San Rocco, esattamente là dove alla mattina avevate deciso che strada prendere. In totale, da San Fruttuoso, saranno passate circa 2 ore. Complimenti, missione compiuta!!! 

Camogli - San Fruttuoso Trek

Che dite adesso, focaccia e birretta? 🙂 Eccome no, via che si riprende la macchina e si scende a Camogli! Non so voi ma io che non c’ero mai stata ne sono rimasta totalmente affascinata: il lungo mare con i palazzi colorati, il porto antico, il Castello della Dragonara, la Basilica di Santa Maria Assunta, Camogli, tenuta al caldo dalle montagne e baciata dal mare.

E se vi piacciono il pesce e le sagre di paese, tornate a farle visita la seconda domenica del mese di maggio, per vedere come si fanno a friggere tre tonnellate di pesce fresco in una padella di quattro metri di diametro! La Sagra del Pesce nel 2020 si svolgerà domenica 10 maggio.

Un ringraziamento particolare va a Simone, per avermi accompagnato in questa avventura e per avere vissuto insieme a me quei brevi momenti di panico che ci hanno però portato al successo! 🙂

Parco Nazionale delle Cinque Terre: tra trekking, buon vino, cibo e relax

Parco Nazionale delle Cinque Terre: tra trekking, buon vino, cibo e relax 1024 682 Sonia Sgarella

Anni ed anni ad accompagnare escursioni in giornata da Milano alle 5 Terre – si lo so, è roba da matti ma purtroppo è quello che richiedono i tour operator – e mai sono riuscita ad avvicinarmi a quei sentieri di trekking di cui il Parco Nazionale va tanto orgoglioso. 

Ebbene quest’anno non ho voluto pensarci due volte e allora, appena prima dell’inferno estivo – quando i prezzi sono ancora ragionevoli e la natura sprigiona il suo odore inebriante di fiori – mi sono presa qualche giorno per provare a concretizzare l’idea di una vacanza attiva, all’insegna del movimento, del relax in natura e della buona cucina.

5 Terre

Parco Nazionale dal 1999 (il più piccolo d’Italia), quello delle 5 Terre costituisce forse l’esempio più eclatante di abbraccio perfetto tra l’audace opera dell’uomo e la stupefacente creazione della natura, un equilibrio sottile tra le montagne e il mare che ancora resiste, nonostante la sua fragilità, la minaccia saltuaria dell’acqua e dei venti e – mi duole dirlo – l’effetto deleterio del turismo di massa che qui si riversa a frotte;

Sappiate però, esiste comunque un modo per godere appieno della bellezza di questi luoghi lontano dalla folla. Si tratta, durante il giorno, di mettervi in cammino! I  gruppi da crociera non li troverete infatti lungo i sentieri di trekking o a Corniglia (la più isolata tra le terre), bensì a spintonarsi nelle stazioni dei treni, sui moli di attracco delle imbarcazioni o intenti a sbranarsi l’impossibile nei ristoranti di Monterosso, Vernazza e Manarola. Si tratta per lo più di persone che visitano le 5 Terre in giornata e che bazzicano nei paesi fino a circa le 5 del pomeriggio; partiti loro, l’atmosfera torna ad essere quella accogliente e rilassata che moto probabilmente stavate cercando.

Corniglia

Fatto tesoro allora di quanto appena detto, credo che le opzioni migliori per pernottare all’interno del Parco Nazionale siano due: Corniglia o Rio Maggiore; al di fuori della zona protetta (ma comunque ben servita) potreste invece valutare Levanto.

Io personalmente sono stata a Corniglia e, per motivi sia logistici che di qualità, credo non avrei potuto optare per una sistemazione migliore: Il Carugio di Corniglia (vedi pagina web), una vera chicca nel pieno centro del paese e con – udite, udite, cosa più unica che rara – parcheggio gratuito a 5 minuti da casa, cosa fondamentale da considerare se avete intenzione di viaggiare in auto. Tutti gli appartamenti sono forniti di angolo cottura (cosa sicuramente utile qualora vogliate risparmiare sul costo del vitto), biancheria da bagno (compreso il telo mare) e lavatrice in zona comune (che vi permetterà di viaggiare leggeri qualora prevediate di rimanerci a lungo). Lidia, la padrona di casa,  è una persona disponibilissima e vi riempirà di informazioni sul come muovervi tra un borgo e l’altro ma, visto che io son qua per questo, approfitterei dell’occasione per cominciare col farlo fin da subito.

Nello specifico, esistono cinque modi per spostarsi nel territorio delle 5 Terre e limitrofi:

in treno

– in pullman

– in barca

– a piedi

– in macchina

Tra questi sicuramente l’ultimo è il meno conveniente (se non altro per la difficoltà nel trovare parcheggio) e dovrebbe quindi essere considerato come l’ultima opzione, solo in determinate occasioni.

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1. In Treno

La linea ferroviaria che collega La Spezia a Levanto passando per il territorio delle 5 Terre risale alle fine del XIX, momento in cui Rio Maggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso incominciarono ad essere servite da mezzi locomotori che, sfrecciando (si fa per dire) all’interno della montagna, ancora oggi costituiscono un  veloce sistema di trasporto tra una località e l’altra.

Manarola

I treni regionali (che fermano in tutte le stazioni) durante l’alta stagione turistica hanno una frequenza di circa uno ogni 20 minuti e gli orari si possono consultare sul sito di Trenitalia o alla pagina www.cinqueterre.eu.com. Ai treni regionali e al servizio integrativo che fa la spola tra La Spezia e Levanto (noto con l’appellativo di Cinque Terre Express), si aggiungono poi alcuni treni a percorrenza più lunga che fanno tappa nelle sole Monterosso o Rio Maggiore.

Il costo di un biglietto per il Cinque Terre Express o per qualunque treno regionale nella tratta compresa tra La Spezia e Levanto è di 4 euro e i tempi di percorrenza tra le varie stazioni si possono calcolare in termini di pochi minuti. Nello specifico:

Rio Maggiore – Manarola: 3 minuti

Manarola – Corniglia: 4 minuti

Corniglia – Vernazza: 4 minuti

Vernazza – Monterosso: 4 minuti

Monterosso – Levanto: 5/7 minuti

Rio Maggiore – La Spezia: 8 minuti

Le stazioni del treno si trovano tutte in posizione comoda rispetto al centro del paese, tutte tranne quella di Corniglia che è collegata all’abitato con una scalinata di quasi 400 gradini. Ma come, non vorrete mica dirmi che state già cambiando idea sul fatto del pernottamento a Corniglia vero?? 🙂 Non fatevi prendere dallo sconforto: esiste anche un servizio di bus navetta che fa la spola tra la stazione e il centro del paese (incluso nel prezzo per i possessori della Cinque Terre Card).

5 Terre Card

Ma già che ci siamo apriamo pure la parentesi sulla 5 Terre Card e cerchiamo di capire a cosa serve. Si tratta fondamentale di una carta dei servizi che permette di:

– accedere ai sentieri di trekking previsti a pagamento (di cui vi parlerò nel dettaglio nella sezione “a piedi”

– partecipare alle visite guidate secondo programmazione (vedi link)

utilizzare i servizi di pullman gestiti dall’ATC all’interno del Parco Nazionale

– usufruire dei bagni pubblici a pagmento

– navigare in internet con il servizio wifi negli hot spot del Parco

– avere una tariffa ridotta all’ingresso ai musei civici di La Spezia.

La carta è personale e ne esistono di due tipi: Trekking Card ( che include tutti i servizi appena elencati) e Carta Treno (che a questi aggiunge un numero illimitato di viaggi in treno sulla tratta Levanto – La Spezia).

Le carte possono essere acquistate per uno, due o, solo nel caso della Carta Treno, per tre giorni. Il costo rispettivo (aggiornato al 2018) è di:

– 7,5 euro (Trekking Card) e 16 euro (Carta Treno) per 1 giorno

– 14,5 euro (Trekking Card) e 29 euro (Carta Treno) per 2 giorni

– 41 euro (Carta Treno) per 3 giorni.

La Carta Treno da un giorno risulta conveniente solo nel caso in cui si effettuino almeno 3 corse nell’arco della stessa giornata, quella da due, solo se le corse dovessero ammontare ad almeno quattro.

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2. In Pullman

Ognuno dei paesi delle 5 Terre ha il suo servizi di bus navetta che lo collega con varie località dell’entroterra e, nel caso di Corniglia, con la stazione dei treni. Gli orari e le tratte possono essere visualizzati consultando la pagina dell’ATC . Il costo del biglietto per una corsa semplice (acquistabile nei Centri Accoglienza) è di 1,5 euro (2,5 euro se direttamente sul pullman) mentre quello di un carnet da 10 è di 12 euro. I possessori della 5 Terre Card ne possono usufruire gratuitamente.

Un’altra servizio di linea che potrebbe farvi comodo è quello che collega La Spezia con Porto Venere. Trattasi della Linea 11, i cui orari sono riportati sempre sul sito dell’ATC (vedi link).

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3. In Barca

Il Consorzio Marittimo Turistico 5 Terre offre servizio di connessioni via mare tra Porto Venere e le Cinque Terre fermando in tutti i villaggi tranne Corniglia e proseguendo quindi (con corse meno frequenti) in direzione di La Spezia, Lerici, Levanto e le Tre Isole del Golfo dei Poeti, ovvero Palmaria, Tino e Tinetto.

Le corse all’interno del Parco Nazionale hanno una frequenza oraria e sicuramente costituiscono il mezzo di trasporto più panoramico, seppur tuttavia anche il più caro. I prezzi variano a seconda della tratta da percorrere e possono essere consultati alla pagina http://www.navigazionegolfodeipoeti.it/tariffe/

5 Terre

Un’alternativa ai servizi pubblici sono invece quelli privati che possono prevedere il noleggio della sola barca, di barca e capitano, oppure di canoa e kayak. Esistono in tutti i paesini, inclusa Porto Venere, diversi operatori che offrono queste possibilità di noleggio e i prezzi ovviamente variano sensibilmente in base al tipo di imbarcazione e servizio (alcuni, per esempio, organizzano anche tour di gruppo di giorno o al tramonto).

Personalmente ritengo che il tratto di costa migliore da visitare (con insenature e calette altrimenti irraggiungibili) sia quello che si estende tra Rio Maggiore e Porto Venere e considero quindi una buona pensata quella di cominciare il vostro percorso da una di queste due località o, al più lontano, da Manarola.

Monesteroli

A Rio Maggiore potete rivolgervi a Cinque Terre dal Mare, recandovi direttamente alla marina oppure prenotando tramite la loro pagina web www.cinqueterredalmare.com. Per una barca con capitano invece ho sentito parlare bene di Dario della Rayo Verde Tour che potete contattare al numero 342.3940692.

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4. A Piedi

Ma veniamo finalmente alla parte più interessante del tour, ovvero ai sentieri di trekking che volendo vi potrebbero tenere impegnati per una settimana intera. Il Sentiero Azzurro, la Strada dei Santuari, la “Grande scala” di Monesteroli, la Levanto-Monterosso, la Rio Maggiore-Porto Venere: in quanto a camminate davvero ce n’è per tutti, dalle più brevi alle più impegnative, con scorci spettacolari a strapiombo sul mare, tra i terrazzamenti di viti ed ulivi ed una ricca flora di tipo mediterraneo che vi farà vivere un’esperienza unica.

5 Terre

Ricordatevi, a meno che non abbiate intenzione di noleggiare una barca, i sentieri di trekking saranno il vostro unico appigglio per sfuggire alla folla che durante il giorno invade le Terre, una scusa più che valida per mettervi in cammino. Tutti gli itinerari sono ben marcati e nei centri di accoglienza delle 5 Terre, oltre alla mappa dei sentieri, potrete recuperare anche delle piccole guide con tutti i dettagli. Qui di seguito alcune informazioni:

5 Terre

– Il Sentiero Azzurro: al momento è l’unico per cui è necessario l’acquisto della Cinque Terre Card e si tratta di quello che collega i cinque villaggi in maniera più diretta, ovvero sul primo versante delle montagne con affacci sul mare. Di questo farebbe parte anche la famosa Via dell’amore che però,  insieme alla tratta Corniglia-Manarola, ad oggi (giugno 2018) rimane ancora chiusa a causa delle frane cadute ormai qualche anno fa. Ancora non vi è certezza sul quando riapriranno ma sembrerebbe che, grazie al finanziamento di alcuni privati, il lavori potrebbero riprendere nel futuro più prossimo. Al momento del Sentiero Azzurro rimangono percorribili le tratte Corniglia-Vernazza e Vernazza-Monterosso e il tempo di percorrenza media per entrambe è di circa 1h45 ciascuna.

Vernazza

– Corniglia-Volastra-Manarola: una prima parte di salita nel bosco per poi proseguire in piano attraverso la più ampia zona di terrazzamenti del Parco Nazionale e quindi ridiscendere in picchiata verso Manarola godendo di alcune delle viste più spettacolari del borgo. Il senso migliore di marcia per evitare fatiche inutili è decisamente così come ve l’ho proposto; per accedere al sentiero da Corniglia seguite le indicazioni per Volastra che cominciano dietro alla chiesa. Questa tratta non è altro che una sezione della più lunga Strada dei Santuari, quella che in tale occasione passa quindi per la Madonna della Salute, risalente al XIII secolo.

Manarola

Un altro percorso interessante (che però io non ho avuto tempo di fare) è quello che invece parte da Monterosso e che torna a Corniglia, passando per la Madonna di Soviore, per quella di Reggio e per la Cigoletta. In totale dovrebbero essere circa 5 ore ma potete anche decidere di dividerlo in due facendo tappa a Vernazza.

– Levanto-Monterosso: per avere una visuale che copra l’intero territorio delle Cinque Terre – da Punta Mesco al Capo di Montenero – e  che spazi ad oriente fino alle isole di Palmaria, Tino e Tinetto, dovrete salire in alto e, partendo dal lungomare di Levanto fino alle rovine della Chiesa di sant’Antonio, ridiscendere di nuovo in direzione Fegina, la parte più nuova di Monterosso. Il percorso di circa 2h30 è davvero spettacolare e meritevole di considerazione.

Punta Mesco

– Monesteroli (536): una decina di case a formare un caratteristico nucleo contadino arroccato su un costone scosceso nel territorio di Tramonti, tra Rio Maggiore e Porto Venere. Un ripido percorso – la “Grande Scala” – lo collega a monte con il sentiero che da Fossola prosegue verso Campiglia (535), rendendolo uno degli itinerari più impegnativi della zona: stiamo parlando di oltre 1.000 gradini in picchiata, di “un monumento alla fatica dell’uomo” – così ne parlano – che costituisce l’unico collegamento tra questo borgo e il resto della civiltà insediatasi più in alto.

Monesteroli

Una scala talmente ripida da non riuscirne a vedere la fine quando si è cima, l’entusiasmo che si prova nel scendere al lento svelarsi del borgo e l’ansia che aumenta man mano al pensiero di dover ripercorrere il tutto in salita. In totale sono due o tre ore tra andata e ritorno partendo da Campiglia (che potrete raggiungere in macchina) e circa lo stesso tempo partendo da Fossola o Telegrafo (che potrete invece raggiungere in autobus da Rio Maggiore). Portatevi snack e acqua perché lungo il percorso non troverete niente.

Monesteroli

– Rio Maggiore – Porto Venere: un percorso impegnativo, per quelli che hanno voglia di camminare tanto (per intenderci 5 o 6 ore) e che vogliono esplorare la costa in tutta la sua estensione, spingendosi a piedi fino alla fortezza Doria di Porto Venere, forse il borgo più bello tra tutti. Da qui potrete poi fare rientro in barca o con pullman e treno passando per La Spezia.

5 Terre

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5. In Macchina

Come vi dicevo la macchina vi converrebbe lasciarla parcheggiata per tutto il periodo di permanenza ma, se proprio la volete utilizzare, allora io lo farei soltanto in occasione della scarpinata a Monesteroli. A Campiglia i parcheggi sono gratuiti e volendo poi, una volta risaliti, potrete fare tappa a Porto Venere, da dove quindi non avreste problemi di orari per rientrare.

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Sulle delizie per il palato…

Ed eccoci allora arrivati al discorso culinario, il vanto e punto di gloria di una popolazione che, nonostante le difficoltà, è riuscita a piegare ai propri bisogni di vita la natura del territorio in cui vive, cambiandolo e modellandolo nel corso dei secoli – con immensa fatica – per riuscire a ricavarne quelli che oggi sono riconosciuti come prodotti D.O.C. dell’eccellenza italiana.

6.729 chilometri di terrazzamenti (ovvero una lunghezza pari a quella della Grande Muraglia Cinese) è un’opera a dir poco titanica ragazzi! Muretti a secco che si sviluppano lungo tutta la costa, particolarmente concentrati nella tratta Corniglia-Manarola-Rio Maggiore, sono il simbolo di un lavoro incredibile che oggi permette a chiunque visiti il Parco Nazionale di poter degustare – tanto per cominciare – degli ottimi vini bianchi da tavola e non solo.

5 Terre

5 Terre D.O.C. e Sciacchetrà, ecco i nomi delle due prelibatezze più famose – il primo secco e fruttato, il secondo liquoroso – a cui si aggiungono il Costa de Sera, il Costa de Campu e il Costa de Posa, la cui produzione è consentita solo in una parte del territorio di Rio Maggiore. Un buon bicchiere di vino bianco è dunque tutto quello che di meglio potreste volere da bere mentre per quanto riguarda il mangiare, beh, su quello c’è davvero l’imbarazzo della scelta!

Dalle acciughe salate al gelato al basilico, dalle trofie al pesto alla torta monterossina e passando per tanto ma tanto pesce, molluschi e crostacei; insomma, è sicuro che da queste parti non morirete di fame e anzi, se non vi darete da fare sugli itinerari di trekking, è quasi scontato che tornerete a casa con qualche chilo di troppo. In generale si mangia bene un po’ dappertutto ma se preferite non avere dubbi, ecco un elenco di quei locali che a mio parere costituiscono una garanzia di qualità:

-Ristorante da Ely – Monterosso, per il migliore pesto del mondo, gli antipasti di mare, il pesce spada alla ligure, la “monterossina” e praticamente per tutto quello che troverete in menù!

-Ristorante Ciak – Monterosso, per i ravioli di pesce e tanto altro

-Gelateria Artigianale Alberto – Corniglia, per il gelato al basilico e per quello ricotta e fichi

-Enoteca Il Pirun – Corniglia, per l’ambiente raccolto e l’ottimo cibo

-Ristorante Aristide – Manarola, perché se alloggiate da Lidia non potete non andare a mangiare al ristorante di suo figlio

-Ristorante La Lampara – Campiglia, per la posizione panoramica e i sapori genuini

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